«Il bilaterale con il Presidente Biden è andato molto bene. Sin dalla formazione del governo sono stato molto chiaro che i due pilastri della politica estera italiana sono l’europeismo e l’atlantismo»: così il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha commentato ai cronisti inviati al G7 di Cornovaglia il bilaterale avvenuto ieri con il n.1 della Casa Bianca Joe Biden. Diversi i punti di accordo trovati tra le due nazioni alleate nella Nato, «donne, giovani, difesa degli ultimi, diritti umani, diritti civili, diritti sociali e tutela dell’ambiente che è il tema chiave della nostra presidenza del G20».



Draghi ieri ha ringraziato Biden per il rinnovato sostegno e rapporto tra Usa e Ue dopo la stagione degli scontri con Trump, aggiungendo «Il quadro politico italiano cambia spesso – ha detto il Premier – ma certe cose come la nostra profonda alleanza con gli Usa non cambiano mai». Sulla spiaggia di Carbis Bay secondo una prima indicazione di Palazzo Chigi (ieri è saltato il punto stampa di Draghi con gli inviati italiani per motivi logistici) non si sarebbe parlato del tema che sta invece dividendo il G7, ovvero i rapporti con la Cina: l’Italia va ricordato essere l’unico Paese del G7 ad aver intrapreso la collaborazione con Pechino nella nuova Via della Seta, sotto il Governo Conte, un imbarazzo diplomatico ancora da tutto da “risolvere”.



IL “GIALLO” NEL BILATERALE TRA DRAGHI E BIDEN

Proprio su questo tema un piccolo “giallo” è emerso durante il bilaterale Draghi-Biden: secondo il resoconto ufficiale della Casa Bianca, nel colloquio con il Premier italiano «hanno concordato di lavorare insieme sulle sfide globali e sulle priorità di politica estere condivise, tra cui Cina, Russia e Libia». La diversa versione dell’incontro ha dunque costretto palazzo Chigi a rettificare parzialmente, parlando prima con l’Adnkronos di «sostanziale identità di vedute a 360 gradi, un comune sentire» e poi in maniera più specifica «l’incognita resta la Cina». Dalle fonti internazionali, con Biden per una dura dichiarazione del G7 contro il non rispetto dei diritti civili ed economici della Cina si sono schierati il Premier canadese Justin Trudeau e il Presidente francese Emmanuel Macron, più “diplomatici” invece Draghi e la Cancelliera Merkel che hanno parlato di «aree di cooperazione necessarie con la Cina». Si vedrà oggi, con gli ultimi incontri del G7, quale decisione in merito alla posizione da tenere ufficialmente sulla Cina emergerà dai leader mondiali: di certo Draghi è impegnato ad evitare un allontanamento di rapporti tra Italia e Stati Uniti, fermo restando la linea della diplomazia da “giocare” tanto sul fronte cinese, quanto su quello russo.

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