Si è concluso pochi giorni fa il G7 tenutosi a Hiroshima. Molti i punti focali su cui è stata posta l’attenzione. Innanzitutto la guerra in Ucraina, con un chiaro intento di spingere ad una resa la Russia come unica modalità per arrivare alla pace. Un particolare focus è stato posto anche sulla Cina, per evitare ogni tentativo di coercizione economica e di condizionamento delle scelte politiche dei Paesi attraverso pratiche commerciali. E poi l’altra parola chiave: ‘de-risking‘, con l’obiettivo di non arrivare ad un disaccoppiamento tra economie. Il comunicato dei capi di Governo al G7 ha parlato infine di cambiamento climatico e delle connesse tematiche su ambiente, energia ed energia pulita nello specifico, nonché salute, lavoro, digitale, diritti umani, sicurezza alimentare. Questi i principali argomenti venuti alla ribalta. Ma alla luce di tutto ciò, posssiamo davvero parlare di coesione mondiale?



L’interessante articolo del giornalista Martin Wolf uscito sul Financial Times fa riflettere su questo interrogativo, mostrando un inevitabile scetticismo che già gli ultimi anni hanno dato modo di confermare. Anzi, i termini avanzati sono stati quelli di ‘divisione‘ e ‘anarchia‘.

“Momento ‘unipolare’ degli Stati Uniti e dominio economico del G7 sono storia “

La riflessione da cui muove il Financial Times parte da una perdita di egemonia da parte degli Stati Uniti, ancora dominante ma in discesa rispetto al passato. E così anche il dominio economico del G7. La Cina dal canto suo ha invece acquisito punti, trovandosi oggi ad essere una superpotenza economica.



E poi c’è l’emergente BRICS, che oltre alla Cina include Brasile, Russia, India e Sud africa, sulla buona strada per diventare un raggruppamento mondiale di spicco, lontana dai ‘capricci’ statunitensi.

Tutto questo non lascia adito a dubbi: le spaccature a livello mondiale sono evidenti, così come gli enormi cambiamenti, anche economici, a cui si è assistito negli ultimi anni.

E queste considerazioni possono essere riassunte nella frase più saliente che il Financial Times usa in chiusura: “il G7 deve difendere i suoi valori e i suoi interessi. Ma non può governare il mondo, anche se il destino del mondo sarà anche quello dei suoi membri.” Dunque una reale cooperazione in tutto questo sembra essere solo un miraggio allo stato attuale.