Nella bozza del G7 dei ministri dell’Ambiente, che si terrà il prossimo fine settimana in Giappone, i governi dei sette paesi più industrializzati parleranno della necessità degli investimenti nel gas naturale. Il documento finale, anticipato dalla Reuters, si parla dei nuovi investimenti nel settore dell’estrazione e trasporto di gas naturale e di gas liquefatto, obiettivo che va in conflitto con quello della riduzione delle emissioni di anidride carbonica.
Se il documento dovesse essere confermato, molto probabilmente il G7 si giustificherebbe con parlando della guerra in Ucraina, che ha portato a turbolenze importanti nei mercati energetici globali, come sottolinea La Verità. Nel 2019, la Commissione europea lanciò il Green Deal, che parlava di obiettivi di decarbonizzazione dell’Unione al 2030. Nonostante ciò, l’Europa è ancora totalmente dipendente dagli idrocarburi.
La Commissione Europea cambia idea sulla decarbonizzazione?
La Commissione europea, che nel 2019 parlava di decarbonizzazione dell’Unione, in seguito all’invasione russa in Ucraina, con il programma RE-PowerEu, ha deciso di rinunciare volontariamente alle forniture di gas dalla Russia. Questo ha portato all’incremento record dei prezzi del gas, arrivato al costo record di 325 euro al megawattora sul mercato olandese del Ttf. Incredibili le conseguenze nell’Unione europea: 657 miliardi di euro di aiuti pubblici e tassi di interesse da 0 a 3,5% in 9 mesi, come sottolinea La Verità.
Fare a meno dell’energia russa ha privato l’Europa di 150 miliardi di metri cubi di gas via gasdotti, causando problemi nell’offerta mondiale. Ora nel G7 viene preso atto del fatto che senza il gas russo, non basta l’energia al mondo. “In questo contesto, in questa particolare contingenza, riconosciamo la necessità dei necessari investimenti a monte nel Lng e nel gas naturale in linea con i nostri obiettivi e impegni sul clima”, si legge ancora nella bozza della dichiarazione.