Gabriel Attal contro la sharia in Francia

In una Francia in cui le aggressioni di stampo religioso da parte di cittadini musulmani di ogni età si stanno moltiplicando a dismisura, il premier Gabriel Attal ha rotto un vecchio tabù della politica occidentale, condannando per la prima volta in pubblico la sharia e, soprattutto, la volontà di alcuni gruppi di affermarla in tutto il paese. Una posizione che gli è costata, quasi ovviamente, le rimostranze sia della sinistra politica che dei rappresentanti della Grande Moschea di Parigi, che hanno accusato il premier Attal di “islamofobia” e di “stigmatizzazione dei musulmani”, negando fermamente che in Francia esista o possa esistere mai qualcosa di simile alla sharia.



Le parole del premier sono state riportate dal quotidiano Il Foglio che è partito dal commento fatto dal Journal du Dimanche secondo cui “nessun primo ministro aveva mai detto nulla di simile”. A dirla tutta la posizione di Attal non è particolarmente forte, perché parla di “gruppi più o meno organizzati che cercano di realizzare l’entrismo islamista” diffondendo “i precetti della legge della sharia“, in riferimento agli evidenti casi di cronaca che stanno sconvolgendo la Francia.



La proposta del ministro della Difesa: “Motivi religiosi siano un’aggravante per le aggressioni”

A far da spalla al premier Gabriel Attal è arrivato poco dopo il suo precessore Manuel Valls, che ha condannato quella che lui chiama “codardia, resa all’islamo-goscismo, sottomissione” da parte dell’ateneo Sciences Po che sulla scia delle manifestazioni universitarie pro-Palestina è sceso a patti con i rivoltosi, ritirando i provvedimenti disciplinari impartiti contro alcuni studenti; ma ben più interessante è la dichiarazione del ministro della Giustizia Eric Dupond-Moretti che (citato dall’Agenzia Nova) ha proposto “una circolare penale affinché, nel caso in cui si venga aggrediti perché non si rispettano dei principi religiosi”, come vuole la sharia islamica, sia riconosciuta come “aggravante” a processo.



Li abbiamo citati più volti e ci pensa ancora Il Foglio a mettere in fila tutti quei casi di cronaca che motiverebbero la posizione del premier Attal: è il caso dell’afghano accoltellato da due tunisini perché beveva alcool durante la fine del Ramadan; ma anche del ragazzo picchiato per aver mangiato da quattro musulani; dello studente che ha impedito ad una docente di bere acqua in classe; ma anche del giovane ucciso della famiglia della sua fidanzatina per questione di ‘onore’. Insomma, una lista veramente lunga e che forse fa pensare che quella sharia non sia poi così tanto lontana dalla Francia di Attal e Macron.