Stanno emergendo in queste ore le memorie affidate dalle stelle della Ares Film alla Procura di Roma che indaga sul suicidio di Teodosio Losito. Come il verbale di Gabriel Garko, da cui si evince che l’omosessualità era considerata un ostacolo alla sua carriera così come a quella di altri attori. Racconti inquietanti, come appunto quello di Garko, il quale ha spiegato di essere stato “tenuto in pugno” proprio perché gay.



Era il 12 marzo dell’anno scorso quando l’attore entrava nell’ufficio del pm Carlo Villani per essere ascoltato come persona informata sui fatti nell’ambito dell’inchiesta sulla morte dello sceneggiatore. Dunque, come riportato da Repubblica, ha ricostruito le dinamiche che ruotavano attorno alla società cinematografica Ares Film e al suo patron Alberto Tarallo. “Eravamo tutte pedine di Tarallo, lui decideva il bello e il cattivo tempo, eravamo tutti sotto ricatto psicologico”.



GABRIEL GARKO “IO GAY? DOVEVO NASCONDERLO…”

Gabriel Garko davanti al pm Carlo Villani è tornato indietro fino al 1992, quando si rivolse ad Alberto Tarallo: “Mi diceva che dovevo nascondere di essere gay per la mia carriera da attore che stavo iniziando”. Ha quindi raccontato di essere stato indotto a lasciare il suo fidanzato di allora e di mettere in scena un fidanzamento con Eva Grimaldi. “Ci voleva a casa tutti insieme perché voleva il controllo totale dell’artista, la sua prerogativa era cambiare nome all’artista e decidere tutto”, ha aggiunto l’attore, le cui parole sono riportate da Repubblica.



Dunque, Gabriel Garko si sentiva nelle mani di Alberto Tarallo a causa del suo orientamento sessuale: “Molte volte mi ha detto che i giornali stavano per pubblicare la notizia che ero omosessuale e che lui era riuscito a bloccarla. Per me era vietato essere omosessuale”. Un incubo a cui ha posto fine poi facendo coming out al Grande Fratello Vip durante la sua sorpresa a Rosalinda Cannavò, le cui dichiarazioni hanno poi portato all’apertura dell’inchiesta sulla morte di Teodosio Losito.