E’ un racconto doloroso e toccante, quello reso dall’attore Gabriel Garko a Pierluigi Diaco, relativo ad un episodio di molestie subite quando era appena un ragazzino, a 16 anni. “Io quell’episodio non l’ho voluto raccontare per fare la vittima perché immagino sia successo un po’ a tutti… Sono andato avanti per la mia strada”, ha commentato, ma alla fine ha deciso di denunciare l’accaduto nel suo libro. Nel corso dell’intensa intervista, Garko ha anche spiegato a Diaco cosa è stata nel corso della sua carriera e non solo, la cosa che gli è stata più stretta. “Beh sicuramente il fatto di non poter vivere a pieno, a 360 gradi, la propria libertà. Se decidi di essere un personaggio pubblico devi stare attento a tutto e far sì che tutto venga misurato nel modo giusto”, ha asserito. Non è un caso se il suo team e lui stesso hanno deciso di tenerlo lontano dalla vita quotidiana. Ma come è riuscito ad accettare tutto ciò? “L’analisi mi ha aiutato, però come ha detto il mio stesso analista, per una mia dote personale, mi sono sempre auto analizzato tantissimo: sia per rimanere con i piedi per terra che per non perdere la brocca nei momenti di solitudine”, ha aggiunto. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
“ERA SPOSATO CON FIGLI E…”: RACCONTO CHOC
Lo aveva già scritto nel suo libro ma per la prima volta ne parla in tv e senza “freni”: Gabriel Garko piange e si commuove quando davanti alla lunga intervista di Pierluigi Diaco “Io e te di notte” ricorda quel dramma vissuto quando il bell’attore e modello aveva solo 16 anni. Una storia di molestia, subita da un uomo di 40 anni addirittura sposato: «La bellezza maschile è sempre stata oggetto di lusinghe al limite della volgarità, nel tuo caso hai incontrato una persona che non è stata molto “gentile” nei tuoi confronti», chiede Diaco ben sapendo quanto Garko abbia da raccontare in questo senso. E infatti Gabriel comincia: «La differenza sostanziale tra un uomo e una donna è che alla donna mettere la mano addosso o fare un complimento volgare, vai fuori dai binari. Quando viene fatto su una donna avviene in maniera brutale. E io non amo questo. Su un uomo invece è molto più facile mettere una mano addosso e farlo come scherzo, quando invece dà fastidio lo stesso». Il dramma è lontano ma resta dramma, come ricorda Garko nel corso dell’intervista televisiva: «quell’episodio non l’ho voluto raccontare per fare la vittima perché immagino sia successo un po’ a tutti… Sono andato avanti per la mia strada. Io all’epoca avevo 16 anni, lui aveva 40 anni, era sposato con figli. Io nel libro l’ho voluto scrivere perché si tende a mettere un po’ al sicuro le persone sposate con figli perché improvvisamente sono diventati “normali”. Volevo denunciare il fatto che la normalità, che è una parola che odio, è soggettiva non oggettiva».
GABRIEL GARKO MOLESTATO A 16 ANNI: E SULLA SUA IDENTITÀ SESSUALE..
La domanda sulla presunta omosessualità di Gabriel Garko – tanto ricorrente negli ultimi anni quanto stucchevole alle volte – non viene pronunciata da Pierluigi Diaco, che anzi lo “imbecca” così «Non ho voluto farti domande personali e credo che il modo migliore per arrivare a quella normalità a cui ti riferisci sia proprio non parlarne. Francamente nel 2020 non se ne può più di dover chiedere ad un personaggio da che parte sta: una persona non è la sua identità sessuale, una persona ha innanzitutto la sua identità di essere umano». Qui allora Garko lancia un accostamento “azzardato” e piuttosto criptico con il cibo e subito i toni si fanno intensi: «Parliamo di cibo così diventa più facile… Se a me piace la crostata con le pere e il salame piccante…», con Diaco che gli chiede conto subito dopo «Era per fare un accostamento che non sta né in cielo né in terra… E il salame comunque si metterebbe a fette». Sul concetto di “normalità” e “gusti”, Gabriel Garko ha una teoria tutta sua che esprime senza freni: «Se io ho dei gusti particolari e a te questa cosa fa vomitare o non ti piace, in ogni caso per me è la “normalità” e per te no». Sul finire dell’intervista, interessante il passaggio sulla cura in analisi che Garko sta seguendo ormai da anni: «tanta gente pensa che andare dall’analista voglia dire avere dei problemi. Quando invece li risolvi. Parlare con l’analista è un po’ come parlare allo specchio ma senza filtri. Tanti dicono: se hai un migliore amico parla con lui. Non è la stessa cosa perché gli racconti un sacco di palle».
Qui l’intervista integrale di Pierluigi Diaco a Gabriel Garko in “Io e te di notte”