«Se mi candidato sindaco di Milano? Credo di no, ma se vuole parliamone»: così Gabriele Albertini nella lunga intervista rilasciata ai microfoni de Il Giornale. L’ex primo cittadino è tornato sull’ipotesi di un suo ritorno in campo tra le fila del Centrodestra per sfidare Beppe Sala e il futuro è tutto da scrivere: dopo qualche tira e molla, il 70enne ha lasciato ancora una porticina aperta alla coalizione formata da Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Ma è chiaro: tutti devono essere d’accordo.
Gabriele Albertini ha citato l’esempio di Lucio Quinzio Cincinnato ed ha ribadito che di definitivo c’è solo la morte: «Nel 1997 ho detto di no per tre volte alla quarta ho detto di sì. Può sempre accadere qualcosa». L’ex sindaco ha aggiunto a proposito del consiglio della moglie Giovanna: «Non voglio scaricare tutto su di lei, ma mia moglie Giovanna mi ha fatto capire che stavo finendo in una situazione in cui non consideravo che vita avremmo fatto quando e se avessimo raggiunto l’obiettivo. Se i sondaggi sono reali, tra Mannheimer e la Ghisleri, rischierei di rifare il sindaco».
GABRIELE ALBERTINI: “HO IDEE DIVERSE DA SALA”
Nel corso della lunga intervista a Il Giornale, Gabriele Albertini ha sottolineato di non condividere l’opinione drammaticamente tragica della gestione Beppe Sala di alcuni, ribadendo che a proposito della discontinuità rispetto alla sua amministrazione «è minore rispetto a quella di altri sindaci». Certo ha delle visioni diverse rispetto all’attuale primo cittadino di Milano: «Non credo in monopattini e piste ciclabili, che potrebbero anche diventare controproducenti. Vedo l’ecologia in tutte le grandi attività industriali di riconversione che riducono l’uso di energia elettrica. Usare la bici se hai i riscaldamenti a venticinque gradi perché le case non sono coibentate o usare mezzi elettrici in città spostando l’inquinamento dove si produce l’energia elettrica in centrali alimentate da combustibili fossili, non mi sembrano soluzioni veramente ecologiche». Gabriele Albertini ha poi aggiunto di avere già delle idee per il futuro di San Siro e dell’area di Forze Armate, per poi ribadire a proposito del suo possibile ritorno in campo: «Semmai potrei fare il vicesindaco o assumere un altro incarico, o dare un appoggio in campagna elettorale, se ci fosse un sindaco che mi piace. Mi rendo disponibile a spendermi per la mia parte politica. Io sono sempre stato qui, nel centrodestra».