Gabriele D’Annunzio com’è morto e dove: colpa di una emorragia cerebrale…
Gabriele D’Annunzio scrittore, poeta e drammaturgo italiano, è stato rappresentante dell’Estetismo e simbolo del decadentismo movimento artistico sviluppatosi in Francia, e diffusasi in tutta Europa nel Novecento. Le opere dello scrittore riflettono, dunque, la tendenza a contrapporsi al rigore scientifico e alla razionalità.
La passione e l’amore trasudano in tutte le sue fatiche; il sentimento descritto è cantato in tutte le sue sfumature anche in quelle più carnali. L’amore di Gabriele D’Annunzio per l’arte e la poesia è svanito solo con la sua morte avvenuta il 1° marzo 1938 per emorragia cerebrale. Lo scrittore era seduto al tavolo da lavoro nella stanza della Zambracca della Prioria. Anni prima aveva predetto il momento della sua scomparsa con i seguenti versi: “La sensazione della corda nel cervello – che è per spezzarsi, che può spezzarsi. Il senso della morte improvvisa“.
Gabriele D’Annunzio, l’uomo che inventò se stesso
D’Annunzio è stato al centro di un recente documentario andato in onda su RaiTre, L’uomo che inventò se stesso. Nel programma si ripercorre la vita del poeta e scrittore italiano, fatto di intrighi, tradimenti, vita mondana e sesso. Il drammaturgo è stato uno dei massimi esponenti dell’Estetismo, movimento artistico e letterario che abbraccia uno stile di vita più mondano.
Lusso, bei vestiti, apparenze, piacere e, non meno importante, disprezzo per il popolo. Queste erano le caratteristiche che, ben presto, Gabriele D’Annunzio avrebbe abbracciato. La sua vita diventa una ‘fuga’ dai debiti e creditori, caratterizzato dal grande amore per l’attrice teatrale Eleonora Duse: “Nessuna donna mi ha mai amato come Eleonora, né prima, né dopo. Questa è la verità lacerata dal rimorso e addolcita dal rimpianto” scriveva.