Gabriele Mainetti

sarà tra i grandi protagonisti della 67esima edizione dei David di Donatello. Il cineasta campano è in corsa per il premio alla miglior regia per il film Freaks Out, un film di genere ambientato durante la Seconda guerra mondiale. Il 46enne di Roma dovrà vedersela con Giuseppe Tornatore, Paolo Sorrentino, Leonardo Di Costanzo e Mario Martone.



Freaks Out di Gabriele Mainetti è stato presentato in concorso al Festival dI Venezia 2021 dopo una lunga e tortuosa lavorazione. La “chiusura” del film è stata più lunga del previsto, complici i mesi trascorsi in post-produzione e il prodotto finale non ha raccolto consensi unanimi. Diverse, infatti, le pecche in sede di sceneggiatura, ma c’è da apprezzare il grande sforzo di sperimentazione, con un impianto visivo che non può lasciare indifferenti. Nel cast Claudio Santamaria, Aurora Giovinazzo, Pietro Castellitto e Giorgio Tirabassi.



GABRIELE MAINETTI, CANDIDATO ALLA MIGLIOR REGIA AI DAVID DI DONATELLO 2022

Gabriele Mainetti

ha diretto sin qui appena due film, entrambi apprezzati dal pubblico e dalla critica. Il suo esordio risale al 2015 con Lo chiamavano Jeeg Robot, presentato in anteprima alla decima edizione della Festa del Cinema di Roma ed in seguito al Lucca Comics & Games. Un thriller fantastico ambientato a Roma, da apprezzare per il coraggio e per i contenuti proposti, lontani dalla cinematografia italiana. Dopo sei anni il già citato Freaks Out, destinato a interpretare un ruolo da protagonista ai David di Donatello 2022.



Intervistato recentemente da Amica, Gabriele Mainetti ha raccpmtatp così la genesi del suo Freaks Out: “Cercavamo uno spunto, dopo il successo di Jeeg Robot. Più che ai supereroi Marvel, ho pensato ai miei amori. Steven Spielberg, da Indiana Jones a Schindler’s List. Il mago di Oz. Ma anche Fellini, Rossellini. Volevo raccontare di quattro fenomeni di baraccone che si sentono dei mostri e che scoprono in realtà che possono “cambiare” la storia. Amo anche Quentin Tarantino. E la commedia all’italiana. Come in L’armata Brancaleone, anche i miei personaggi alla fine dimostreranno la loro grandezza. Usando il loro grande cuore… E ci sono gli effetti speciali, la fantasia, il sogno, il circo. Ma anche la realtà. Gli orrori della storia. La solitudine. L’imparare a conoscersi, trovare il proprio posto, amarsi. Non avere più bisogno della culla. Che per i miei personaggi è il circo. All’inizio si sentono orfani. Impareranno a sopravvivere da soli”.