Gabriele Muccino si racconta a cuore aperto nell’autobiografia, «La vita addosso» tra carriera e vita privata. Un racconto in cui il regista ripercorre le tappe più importanti della propria vita privata e professionale lasciandosi andare e svelando dettagli finora inediti. Nell’autobiografia non mancano pagine dedicate al fratello Silvio che non vede da diverso tempo. Il regista, infatti, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, ha spiegato di non vedere il fratello dal 2007.



«Non lo vedo dal 2007, dopo questo tempo si elabora una sorta di lutto, non ha voluto incontrare me, in nessuna occasione, i miei figli, i miei genitori, mia sorella, ma anche Giovanni Veronesi, Carlo Verdone, ha fatto terra bruciata intorno a sé, lontano da tutti quelli che lo hanno amato. La sua scomparsa ha lacerato il tessuto familiare, a ognuno manca un fratello o figlio. Rimane inspiegabile, farà lui il bilancio della sua vita», ha spiegato Muccino. Poi il commento sulla vicenda giudiziaria che li ha visti protagonisti: «A un certo punto ha fatto dichiarazioni su di me talmente gravi, descrivendomi come uomo violento. Sono state il napalm. Le carte giudiziarie dicono l’opposto, la vicenda si è chiusa con l’archiviazione. Nel libro ho voluto raccontare tutto, non mi faccio sconti come uomo e padre», ha detto il regista.



Gabriele Muccino, il tentativo di ricucire il rapporto con il fratello Silvio

Al Corriere della Sera, Gabriele Muccino racconta di aver provato a ricucire il rapporto con il fratello Silvio partendo dal lavoro. Muccino senior, infatti, svela di aver scritto un personaggio per Silvio, ma di non essere riuscito a convincerlo ad accettare.

«In uno degli ultimi due film cercai di fare una mossa di una forza sovraumana, di azzerare tutto ripartendo almeno professionalmente da dove avevamo interrotto. Ho scritto un personaggio per lui. Ma non ne ha voluto sapere. Ti risponde con gli avvocati e allora basta così», ha svelato Gabriele.