Gabriele Paolini, il noto “disturbatore” televisivo, dovrà scontare otto anni di carcere, frutto di una serie di sentenze che hanno portato la pena a lievitare nel tempo e a raggiungere l’attuale entità. Ne dà notizia “Il Corriere della Sera”, che spiega come il quarantaseienne sia già detenuto presso la struttura penitenziaria di Rieti. “Sono addolorato da questa decisione, ma respingo tutti i reati a me contestati perché non mi appartengono – ha commentato il diretto interessato dopo la decisione della Corte Suprema –. Ho amato quel giovane, nonostante la differenza di età. Io avevo 39 anni e lui 17, ma lo ho amato per davvero. Però, se la Cassazione ha confermato la condanna, allora è giusto andare in carcere, non voglio misure alternative”.



Ricordiamo che la prima condanna in ordine di tempo risale al 2017 e venne emessa in primo grado dai giudici della V sezione penale. Dopo soli 19 giorni dietro le sbarre, tuttavia, Paolini fu trasferito ai domiciliari per un periodo di 20 mesi. Secondo le accuse dei magistrati, il disturbatore avrebbe avuto una relazione con un minore di 17 anni d’età ed è anche stato accusato di avere indotto alcuni minorenni a consumare rapporti sessuali con lui per ottenere denaro e regali.



GABRIELE PAOLINI IN CARCERE: SCONTERÀ 8 ANNI

Come rammentano i colleghi de “Il Corriere della Sera”, Gabriele Paolini è stato condannato a maggio dalla Cassazione a cinque anni di carcere per produzione di materiale pedopornografico e tentata violenza sessuale su minore, ma altre sentenze hanno fatto lievitare il periodo di detenzione da affrontare. In appello è arrivata la conferma, con il suo avvocato difensore che ha affermato che si tratta di un’occasione persa per la Giustizia: “Con una massima si sarebbero potute percorrere nuove strade circa la liceità o meno di certi comportamenti. Questo non è avvenuto”.



I carabinieri del Nucleo investigativo di Roma avevano arrestato il disturbatore televisivo, per anni incubo di molti giornalisti, dopo che i titolari di un laboratorio fotografico dell’Emilia-Romagna avevano denunciato di avere ricevuto via mail alcuni file da stampare, nei quali erano immortalate scene di sesso tra Paolini e ragazzi giovani.