A Storie Italiane ci si è tornati ad occupare del caso di Gabriele, il bimbo di soli 14 mesi – del quale vi avevamo già parlato la settimana scorsa in quest’altro articolo – che è stato violentemente aggredito da un compagnetto mentre si trovava all’asilo di Palmi (alle porte di Reggio Calabria): i piccoli – emerge dalle indagini sui fatti accaduto nel dicembre del 2021 – sarebbero rimasti soli per almeno 43 minuti in una stanza con le due porte chiuse nella quale si sarebbero consumare le violenze durata per otto lunghissimi minuti; mentre a salvare il piccolo Gabriele sarebbe stato Alessandro – il fratello della giovanissima vittima – che è riuscito a slacciarsi le cinture del passeggino lanciando l’allarme alle maestre.
Interpellata alle autorità, la maestra che doveva vegliare su Gabriele e gli altri bambini ha spiegato che “alle 14:30 ho controllato i bambini che stavano dormendo e mi sono recata nell’ufficio della scuola, poi alle 15:00 ho effettuato un altro controllo e ho visto Gabriele steso sul pavimento e [un altro bambino] sopra di lui vicino al suo volto” e in quel momento avrebbe portato via il bimbo di 14 mesi per curarlo e calmarlo, allertando immediatamente i genitori e la dirigenza scolastica; mentre interpellata su chi fosse presente a scuola in quel momento precisa di non sapere dove fossero i suoi colleghi.
Il legale della famiglia di Gabriele: “Il risarcimento è stato disposto dal precedente difensore ed ora non possiamo appellarci”
Solo recentemente, il caso di Gabriele è stato ritenuto estinto dal giudice di pace dato che i quattro imputati – il direttore dell’asilo e tre maestre, accusati di favoreggiamento personale e abbandono di minori – avrebbero accettato di pagare un risarcimento da 3mila euro: una sentenza che – ovviamente – non soddisfa la famiglia del piccolo, tanto che la madre Laura a Storie Italiane spiega che “io voglio solo giustizia per mio figlio che quel giorno poteva veramente morire se non fosse stato per l’altro mio figlio che ha chiamato le maestre” sottolineando che “3mila euro non possono risarcire un bambino che poteva perdere la vita per l’incuria delle maestre” e che in ogni caso “non ci è mai interessato il risarcimento“.
Presente in studio anche l’avvocato Domenico Coco che segue la famiglia di Gabriele e che sottolinea da subito che “i fatti sono accaduti il 2 dicembre del 2021”, ma in realtà la prima perizia è stata disposta “diversi mesi dopo, quando ormai le lesioni sul viso del minore erano in fase di guarigione” ed avrebbe giustificato “una disamina giudiziaria meno gravosa” nei confronti degli indagati; sottolineando che “una fase dibattimentale vera e propria non c’è mai stata e non abbiamo mai potuto discutere sulle valutazioni”, con il risarcimento che venne pattuito dal precedente avvocato e “che non abbiamo potuto contestare in nessun modo”.
“La sentenza – spiega ancora l’avvocato della famiglia del piccolo Gabriele – è abbastanza chiara e il reato dal punto di vista penale è considerato estinto, quindi a questo punto non abbiamo modo di appellare i capi penali di questa sentenza e l’unica possibilità che ci rimane è di agire in sede civile per un altro risarcimento del danno”; mentre sarebbe stata inutile anche “l’ulteriore querela sulla riqualificazione dei reati che abbiamo presentato” non sarebbe servita a nulla dato che “non abbiamo mai ricevuto nessuna risposta“.