Fra gli ospiti al tavolo finale della puntata di ieri de La Vita in Diretta, vi era anche Gabriella Carlucci, noto personaggio televisivo, imprenditrice ed ex politica. Si parla del Festival di Sanremo 2022 ormai imminente, e Alberto Matano, il conduttore del programma di Rai Uno, ha ricordato due storiche edizioni condotte proprio dalla Carlucci, la prima, quella del 1988 a fianco di Miguel Bosè, e poi quella di due anni dopo, del 1990, con Johnny Dorelli. La sorella Carlucci si è soffermata in particolare sullo show dell’Ariston di fine anni ’80: “Furono due edizioni bellissime – ha spiegato in diretta televisiva sul primo canale – con Miguel Bosé fu scelto come me all’ultimo momento, tutti i conduttori possibili erano andati a Canale 5 e la Rai scelse Miguel Bosé perchè era l’astro nascente in quel momento, faceva una serie tv famosissima”.
Quindi ha spiegato: “Io ero stata scelta per fare l’inviata e lui vedendo tutte le ragazze che sarebbero potute essere le sue co-conduttrici disse che voleva me perchè mi vedeva bella pimpante”. Fu un grandissimo successo: “Ci trovammo con una puntata d’apertura con 18 milioni di spettatori, e io quando me lo dissero mi guardai allo specchio e vidi bolle sul viso dappertutto, poi io son sempre stata spericolatissima…”.
GABRIELLA CARLUCCI E LA MITICA IMITAZIONE DEL TRIO
Per la cronaca quell’edizione del Festival venne vinta da Massimo Ranieri con quella che sarebbe poi divenuta un brano iconico, Perdere l’amore, non soltanto del suo repertorio. Fu anche il Festival in cui il mitico “Trio”, Marchesini, Solenghi e Lopez, imitò proprio le tre sorelle Carlucci: “Loro sono stati straordinari – ricordava Gabriella – ma non abbiamo mai avuto occasione di incontrarli, avrei voluto chiedergli dove avevano trovato il tempo di guardarci”.
In conclusione di intervista Gabriella Carlucci ha parlato dei progetti su cui sta lavorando: “Io faccio eventi molto interessanti e internazionali con al centro l’Italia, io porto l’Italia in Spagna, Serbia e Inghilterra, con l’intento di far nascere produzioni italiane ma già internazionali quindi già distribuito in tutto il mondo, con più soldi.. è l’internazionalizzazione dell’Italia”.