Gabriella Pession ha iniziato la sua carriera nel mondo del cinema e della televisione ormai da più di 20 anni. Il suo bilancio è più che positivo: “Sono madre, ho 41 anni e non tornerei Indietro. E’ un momento della mia vita molto bello, scelgo progetti che mi aiutano nella crescita personale, professionale e intellettuale”, svela intervistata per Repubblica. Nelle prossime settimane inizierà a girare con l’attore irlandese John Lynch un film ispirato alla storia d’amore tra Massimo Troisi e Anna Pavignano. A dicembre sarà in teatro e poi tornerà alla fiction, protagonista con Oltre la soglia, prossimamente su Canale 5, in cui veste i panni di Tosca, psichiatra infantile alle prese con adolescenti affetti da disturbi psichici. “Mi piaceva l’idea di portare sul piccolo schermo un’antieroina, una dottoressa schizofrenica, complessa ma positiva. Tocchiamo l’argomento della malattia mentale in un ambito particolare, quello degli adolescenti, e lei è una donna imperfetta scomoda ma dotata di grande intuito e empatia. Un ruolo all’opposto della sua immagine pubblica: madre, attrice, bella, elegante, sempre perfetta. “Detesto la perfezione”, afferma sbaragliando le carte in tavola.
Gabriella Pession, il film su Massimo Troisi
Per Gabriella Pession, la sua missione come madre è “dire a mio figlio che uno va bene anche se non è “Il più” in tutto. Oggi, con i social, sembra che tutti debbano essere intelligenti, abitare in posti fichi, avere abiti fichi. Questo ti fa sentire sempre inadeguato”. Successivamente l’attrice, spiega il suo “cambiamento”: “Le eroine romantiche e caramellose le ho fatte in gioventù, mi sono annoiata e non mi interessa farlo ancora”. Poi aggiunge: “Cosa è cambiato? Sono stata ferma diciassette mesi, sono diventata mamma e tornata, mi proponevano cose che non mi piacevano più. Voglio lavorare a progetti che diano soddisfazioni, non necessariamente successo”. Con “Da domani mi alzo tardi” sarà protagonista di un film ispirato alla storia d’amore tra Anna Pavignano e Troisi, diretta da Stefano Veneruso, nipote di Massimo: “Lui ha lavorato in tutti i suoi film, gli è stato vicino fino alla fine. Mi ha cercato, mi è piaciuta l’idea, tratta dal romanzo di Pavignano. la sua musa, cosceneggiatrice di tutti i suoi film. Per il ruolo di Troisi ho pensati a John Lynch, un attore irlandese che ho conosciuto sul set della serie Crossing Lines. Perché proprio lui? Credo abbia la pasta d’animo giusta. La malinconia, la fragilità mescolata a simpatia e charme”.