«Dobbiamo abituarci a interpretare il terrorismo internazionale come un rumore di fondo. Purtroppo avremo a che fare con questo rumore per molto tempo»: è netto il messaggio lanciato da Franco Gabrielli, sottosegretario di Stato con delega all’Intelligence e alla Sicurezza della Repubblica, nell’intervista esclusiva realizzata da “Famiglia Cristiana” (qui sotto un breve estratto video realizzato negli scorsi giorni, ndr). L’ex Capo della Polizia commenta non solo gli attentati avvenuti a Kabul negli scorsi giorni durante le ultime fasi di evacuazione delle forze Nato dall’Afghanistan, ma anche i rischi che ora per l’intero Occidente potrebbero sorgere con un Paese di nuovo in mano ai talebani e con una frangia dello Stato Islamico (l’Isis-K) tornata a colpire.



Per il “superprefetto” scelto da Draghi, «Lo dicevo già come capo della polizia e lo ripeto a maggior ragione adesso. I fatti di Kabul ripropongono il tema con forza ma la minaccia c’ era già prima, non è mai venuta meno. Gli apparati di sicurezza sono ben consapevoli di questo anche se ovviamente hanno innalzato l’ allerta e l’ attività di intelligence». Secondo Gabrielli, dovremo purtroppo prepararci a convivere con il terrore «alla stessa stregua con la quale l’ abbiamo vissuto almeno in questi vent’ anni, da quell’11 settembre 2001 che ha cambiato il corso della nostra storia».



L’ALLARME DI GABRIELLI SUL TERRORISMO

Nel pieno di una riforma tentata dal Governo Draghi sul cambiamento radicale della guida dell’intelligence nel nostro Paese, la minaccia terroristica islamista torna a soffiare forte come esattamente 20 anni fa: spiega ancora Gabrielli a “Famiglia Cristiana” come l’Italia e l’intero Occidente non dovranno rassegnarsi alla minaccia chiudendosi in casa. «Dobbiamo continuare ad affermare i nostri valori di libertà e di democrazia, altrimenti è come se avessero vinto i terroristi. Anche la missione militare in Afghanistan ha fallito per le sue modalità, non certo per i suoi originari obiettivi», prosegue il sottosegretario. Gli attentati prodotti dall’Isis-K confermano come neanche il potere talebano giunto di nuovo a Kabul renderà stabile l’Afghanistan, bensì – aggiunge Gabrielli – «complicherà ancora di più la situazione. I dubbi se li stanno ponendo anche Russia e Cina, che hanno ai confini con questo travagliato Paese interessi primari e che temono infiltrazioni o contagi con i loro jhadisti, su tutti gli uiguri, i musulmani dello Xinjiang, eterna preoccupazione del governo di Pechino. Per russi e cinesi il tema della stabilizzazione dell’Afghanistan è assolutamente prioritario». Nell’intervista infine il sottosegretario con delega all’intelligence rivela come molti attentati nel passato dopo l’11 settembre, in Italia, sono stati sventati: ad oggi, obiettivi ancora sensibili, oltre le grandi città anche il Vaticano.