Gabry Ponte si racconta tra passato e presente, guardando al futuro: l’intervista della star italiana di influenza global

Mezzo secolo di vita e con il titolo di musicista italiano con il più alto volume di stream su Spotify nel mondo, Gabry Ponte si racconta in toto dicendo “no” agli stereotipi, senza risparmiarsi sul ricordo di Amici di Maria De Filippi. L’occasione che lo storico membro degli Eiffel 65 ha, per tornare a raccontarsi, é un’intervista esclusiva concessa al Corriere, dove l’intervistato traccia un consuntivo della sua vita con oltre 3 miliardi di stream complessivi registrati su Spotify Global. É il dj e producer italiano più ascoltato al mondo su Spotify, nonché uno dei tre italiani più ascoltati al mondo in generale (con Måneskin e Meduza), vanta inoltre la certificazione di un disco di diamante, 41 platino e 21 d’oro. Ma non é tutto.



La leggenda dell’Euro dance pop made in Italy nel mondo celebra i 50 anni compiuti da poco, in vista del primo venticinquennale di carriera, da quando nel 1998, con gli Eiffel 65 debuttava nel mercato musicale imponendosi come un fenomeno tricolore di influenza planetaria con il singolo «Blue». Tutti traguardi che lo vedono prossimo all’epic- show, previsto al Forum di Assago il 27 gennaio 2024.



Ma in molti, tra i fruitori della sua musica, si chiedono cosa, ad un certo punto, lo abbia spinto alla carriera solista. «Gli Eiffel 65? -fa sapere l’intervistato-. Non sono stato io a lasciarli. Blue è nata in un sottoscala». 25 anni fa non si sarebbe mai immaginato di giungere al suo traguardo del mezzo secolo di vita: «No, non avevo idea. Ancora non avevo fatto “Blue” e frequentavo l’università. Ero iscritto a fisica, davo esami studiando di notte e facendo le equazioni differenziali mentre mettevo i dischi. Mi piaceva molto e tuttora quando ho tempo leggo gli articoli del Cern. All’epoca non esistevano i dj superstar, il dj era un operaio della notte».



Un dj e musicista, con alle spalle gli studi della fisica, da sempre Gabry Ponte può dirsi un combattente contrario ai pregiudizi, come il luogo comune secondo cui lui sarebbe tendente allo sballo dal momento che rappresenta il mondo dance: «È uno stereotipo. Io sono astemio, non bevo neanche il vino a tavola né fumo sigarette. I valori me li hanno insegnati i miei genitori e ho molta paura di tutta quella cosa là. Ho sempre avuto di fronte ragazzi puliti, certo fra tanti che si divertono ci sarà quello che magari ha voglia di farsi la pastiglia, ma se la sarebbe fatta anche in un altro contesto».

Gli Eiffel 65, di cui lui resta un membro storico, si imponeva come band tricolore di successo globale, e ancora oggi é caposcuola dell’euro-dance pop nel mondo: «Blue» era in top 10 anche negli Stati Uniti -ricorda il leggendario, Gabry Ponte-. La cosa più incredibile è che in America non sapevano come ballare la dance. Ci siamo andati nel 2000, quando il nostro genere lì non esisteva. Quando partiva “Blue” erano tutti scatenati perché la conoscevano, ma il resto dello show era imbarazzante perché stavano fermi: abituati alla house o all’r’n’b, ci guardavano come alieni. Eravamo in anticipo di almeno 10 anni».

Di «Blue», com’é ormai risaputo, esistono all’attivo svariate versioni, di cui l’ultima è realizzata da David Guetta:
«È una manna dal cielo- conclude il bello e bravo Eiffel 65-. I campionamenti permettono di tramandare i brani e renderli degli evergreen. Io stesso quando feci “Geordie”, usando un pezzo di De André, realizzai che la mia generazione non conosceva Faber».

Gabry Ponte e il retroscena di Amici

Il motivo alla base dell’allontanamento dagli Eiffel 65? «Non sono stato io a lasciare il gruppo -spiega dal suo canto-, fra il 2005 e 2006 gli altri ragazzi mi hanno detto che volevano andare avanti da soli perché volevano fare musica diversa, più pop. Io ho detto che non condividevo la decisione, però liberi tutti, mi sono concentrato sul mio progetto. Con Jeffrey siamo in ottimi rapporti, Maurizio non mi parla da un sacco di anni ma gli voglio bene lo stesso». L’intervista rivelatrice, poi, prosegue: «No, ma ci sta, con gli anni le cose cambiano. La divisione era una loro richiesta artistica che io ho rispettato. Abbiamo fatto solo una reunion per un tour in Australia».

Nel curriculum di star musicale nostrana di influenza globale, Gabry Ponte vanta anche un’esperienza TV vissuta comprendo il ruolo di giudice al talent show di Amici di Maria De Filippi, di cui si attendono la semifinale e la finale per l’edizione Amici 22. E il ricordo di Gabry Ponte ad Amici é prontamente snocciolato, con un curioso retroscena che menziona la conduttrice e regina di ascolti di casa Mediaset: «È stata un’esperienza bellissima. Non sapevo neanche cosa fosse il programma, ma ho incontrato Maria De Filippi e mi è piaciuta un sacco. Con serenità le ho detto che Amici non l’avevo mai guardato e lei mi ha spiegato, avrebbe anche potuto offendersi. Ho imparato tanto, poi ho anche capito che la tv non è ciò che mi appassiona».