Quattro donne raccontano altrettanti talenti femminili: è questo il fulcro del format di “Illuminate”, il nuovo programma di Rai 3 che dallo scorso settembre ogni lunedì (a partire dalle ore 23.15) accende i riflettori su donne eccezionali ma anche di talento che hanno a loro modo, e tra tante difficoltà, segnato la storia del nostro Paese in un particolare campo. E questa sera sarà la volta di Gae Aulenti, pseudonimo di Gaetana Emilia Aulenti, designer e architetta italiana scomparsa nel 2012 ma la cui opera continua a esercitare una grande influenza sul mondo del design nostrano e non solo. Assieme a Renata Tebaldi, Alda Merini e Sandra Mondaini, la Aulenti rappresenta il modello di una donna che non solo era “illuminata” ma ha saputo emanciparsi: e a fare da guida in questa serie di docu-fiction sono quattro attrici con Matilde Gioli a condurre per mano lo spettatore in questa puntata dedicata all’architetta di origini friulane e considerata tra le migliori menti della sua generazione.
MATILDE GIOLI, “NELLA MIA MILANO SULLE TRACCE DI GAE AULENTI”
A presentare l’appuntamento di questa sera in una bella intervista concessa a “Io Donna” assieme alle altre tre narratrici e colleghe della serie “Illuminate” è stata la stessa Matilde Gioli (nome d’arte di Matilde Lojacono) che ha spiegato come Gae Aulenti fosse una donna avanti di almeno vent’anni rispetto ai suoi contemporanei. La 31enne attrice originaria di Milano. “Il mio viaggio alla scoperta di Gae inizia con una mostra sui grandi architetti a Roma, e sono tutti uomini con una sola eccezione: lei” ha detto la Gioli, che ammette di essere stata portata sulle tracce della grande designer dalla nipote Nina Artioli, ricevendo anche un invito a casa sua e poi girando per le strade della ‘sua’ Milano (che le ha dedicato una piazza), ma anche quelle della Aulenti, tra Brera e altri luoghi che l’architetta aveva a cuore anche perché era lì che risiedeva. “Una donna che si è affermata in un mondo maschile: andava nei cantieri a dare gli ordini” aggiunge la Gioli che ha pure confessato che questo viaggio a ritroso alla scoperta della Aulenti le ha consentito di conoscere pure “una parte di storia della mia città”.