Chi è Gaetano Badalamenti?
Gaetano Badalamenti, conosciuto anche come Zu’ Tano, è stato uno dei membri più attivi di Cosa Nostra e passato alla storia come uno dei criminali più temuti. A Cinisi, la cittadina siciliana di cui era originario, ha finito per fare il bello e il cattivo tempo, modo di agire facilitato anche dal terrore che era in grado di creare in chi gli era vicino.
L’uomo si è ritrovato a scontare una condanna a 45 anni di carcere negli Stati Uniti per traffico internazionale di droga per l’operazione denominata “Pizza Connection“. Ed è proprio oltreoceano che è morto nel 2004, quando aveva scontato solo una ventina di anni. Nemmeno l’arresto, avvenuto a Madrid nel 1984, lo aveva portato a cambiare atteggiamento, ma anzi ha continuato ad agire indisturbato facendo valere il suo potere tra gli affiliati. È inoltre ritenuto il mandante dell’omicidio di Peppino Impastato: è stata la determinazione di Mamma Felicia a permettere di ottenere le prove necessarie per arrivare alla sentenza.
Gaetano Badalamenti: un uomo temuto in Italia e non solo
Il regno di Badalamenti a Cinisi è stato reso possibile anche dall’appoggio ottenuto dai carabinieri, che ha inevitabilmente reso più semplice la sua attività. Negli anni ’60 è riuscito a ottenere un stile di vita più che buono grazie al contrabbando di sigarette, che in quel periodo era particolarmente redditizio. Negli anni ’70 ha poi percepito come fosse più proficuo spostarsi sul traffico di eroina.
Il suo modo di agire criminale non si è limitato però a questo. Il suo nome, infatti, è stato associato a diversi omicidi, nonostante sia stato difficile riuscire a trovare prove che potessero incriminarlo. A lui, in modo particolare, è stata collegata la morte del giornalista Mino Pecorelli. A portare avanti la sua opera ci hanno poi pensato i figli, Leonardo e Vito. Il primo è stato arrestato nel 2009 a San Paolo e accusato di associazione mafiosa, frode e corruzione; successivamente è stato trasferito in Italia, ma è poi riuscito a fuggire senza essere ritrovato. ll secondo, invece, è stato condannato a sei anni, ma anche lui risulta tra i fuggitivi.