Gaetano Badalamenti, chi è Zu’ Tano?

Gaetano Badalamenti è tra i protagonisti del film “Il traditore” di Marco Bellocchio. Conosciuto con il soprannome di Zu’ Tano, Badalamenti è stato tra i criminali più temuti di Cosa Nostra, ma anche uno dei membri più attivi. Nato in una famiglia molto povera il 14 settembre del 1923, a Cinisi, Zu Tano è stato un mafioso di Cosa Nostra e capo mafia del paese. Prima di essere “arruolato” in Cosa Nostra, Badalamenti era già stato denunciato per sequestro di persona, associazione a delinquere, omicidio e tentato omicidio. Prima di essere arrestato scappa in America raggiungendo il fratello che lavorava in un supermercato. In America però viene arrestato nel 1950 come immigrato irregolare e fu rispedito in Italia.

Per mancanza di prove viene rilasciato iniziando così la sua “carriera” dentando il vice capo del clan di Cinisi, dove Cesare Mandella era il boss. Nel 1963 diventa il boss di Cinisi dopo la morte di Mandella. Negli anni ’60 gestisce il contrabbando di sigarette, ma negli anni ’70 sono gli anni d’oro per il traffico di stupefacenti, ma il suo operato viene spesso preso di mira da Peppino Impastato in un programma radiofonico. Questo continuo giocare di Peppino Impastato non piace a Badalamenti che ordina l’uccisione dell’uomo. Impastato viene ucciso con una carica di tritolo sotto al corpo che si trovava adagiato sui binari della ferrovia nella notte tra l’8 e il 9 di maggio 1978.

Gaetano Badalamenti e l’omicidio di Peppino Impastato

Gaetano Badalamenti viene condannato all’ergastolo in quanto considerato il mandante della sua morte. Ci sono voluti tantissimi anni per la sentenza a cui si è arrivati, con la colpevolezza del boss di mafia, grazie al duro lavoro di Mamma Felicia, la madre di Impastato che non si è mai arresa cercando la verità. Il capo mafia muore il 29 aprile del 2004 nel carcere del Massachusetts a causa di un arresto cardiaco.

Ricordiamo che al boss di mafia sono collegate altre morti. A cominciare da quella del giornalista Mino Pecorelli. Nonostante la morte di Badalamenti, i figli Leonardo e Vito hanno portato avanti l’opera del padre. Leonardo è stato però arrestato nel 2009 a San Paolo e accusato di associazione mafiosa, frode e corruzione; successivamente è stato trasferito in Italia, da dove è riuscito a fuggire senza essere mai ritrovato. ll secondo, invece, è stato condannato a sei anni, ma anche lui risulta tra i fuggitivi.