Gaetano Triggiano chi è: biografia e carriera dell’illusionista
Gaetano Triggiano è uno degli illusionisti più apprezzati in Italia, ma anche in Europa. La sua fama è davvero notevole tanto da essere ospite fisso Chi ha incastrato Peter Pan. Ma chi è davvero il mago più apprezzato dagli italiani? Nato in provincia di Pisa 1976, ha nutrito sin da piccolo la passione per la magia.
Tutto è cominciato quando suo padre, a cinque anni, gli regala una scatola da mago. Da quel momento, Gaetano Triggiano comprende quale sarà la sua strada. Comincia a studiare con dei professionisti del settore già a otto anni e debutta nel 2005 con l’opera teatrale Tablò. Nel 2007, ottiene il premio Mandrake d’Or presso il Theatre de Paris come miglior mago illusionista. La sua fama lo ha portato a lavorare anche in tv come ospite fisso di Chi ha incastrato Peter Pan, condotto da Paolo Bonolis. Ha partecipato anche a programmi quali: Tappeto volante, Ci vediamo in tv e Sognando Las Vegas. Nel 2013 ha raggiunto il picco con lo spettacolo Il Mago di Oz che ha raggiunto 220 mila spettatori al Luzhniki Stadium di Mosca.
Gaetano Triggiano e la magia: “La gente ha bisogno di pensare a qualcosa di positivo, ad un sogno”
Gaetano Triggiano e la magia sono collegati in modo misterioso, da quando l’illusionista aveva cinque anni. In un’intervista del 2015 su romadaleggere.it, il mago ha dichiarato: “Quando siamo nei momenti di crisi, forse i maghi vanno più di moda, perché la gente ha bisogno di pensare a qualcosa di positivo, ad un sogno”.
Ai microfoni di padovaoggi.it, Gaetano Triggiano ha svelato quali sono gli ingredienti dell’illusionismo moderno: “Innanzitutto la velocità, i miei effetti sono sono molto improntati sul “timing”. Una volta si faceva sparire una donna dietro a un telo muovendo le mani, pronunciando le parole magiche…nel mio spettacolo avviene tutto in un decimo di secondo, perchè devi levare ogni dubbio agli scettici, la rapidità è fondamentale. E poi aggiungere la parte teatrale, incastonare ogni illusione in un racconto stimolando suggestioni emotive. Capii l’importanza di creare una storia nel 2004 quando, a Las Vegas, vidi gli spettacoli di alcuni colleghi, anche di altissimo livello. Lo show durava un’ora e mezza ma dopo mezz’ora qualcosa non funzionava più. Capii che serviva qualcosa che portasse per mano lo spettatore fino alla fine.”