Gaia sarà tra i protagoniste dell’appuntamento sul palco di Piazza Maggiore a Bologna, inizio alle 20,30. Rai 3 trasmetterà Tocca a Noi Concerto per la pace per sensibilizzare e dare un aiuto all’Ucraina in questo momento così complicato. La ragazza recentemente, prima della partita Juventus contro Inter giocata nell’ultimo weekend di campionato, assieme alla star della musica ucraina Kateryna Pavlenko hanno cantato, urlato, inneggiato, invocato assieme il loro ‘NO’ alla guerra in Ucraina, una bella presa di posizione da parte di una cantante così giovane e pronta a ribadirlo.
Affinché fosse chiaro a tutti, lo stesso concetto con tanti altri colleghi sul palco bolognese di giovedì. Gaia e Kateryna Pavlenko hanno cantato assieme al celebre ‘Imagine’, un inno pacifista immortale e assoluto, nel quale s’immagina, l’utopista, ma che male fa?, sognatore, un mondo senza guerre, divisioni, rancori, odio, l’apoteosi hippie ancora così valida in questo momento di follia.
Gaia, suono ai microfoni e non alle bombe
Diamo suono ai microfoni quindi e non alle bombe: Gaia è pronta per la folla oceanica prevista a Bologna, perché dopo due anni di Covid 19, proveniente, ma che stranezza, da un altro paese d’area comunista, la Cina, nel momento in cui potevamo urlare di gioia, sentiamo la paura, il sudore freddo della guerra, la puzza della morte ancora nelle narici ma a questo la gente libera non ci sta, la voglia di tornare a vivere è più forte dell’idiozia delle ideologie, Gaia, senza compromessi politici di alcun tipo, sente davvero forte che il suo messaggio può formare coscienze e unire generazioni di persone.
‘Vorrei dire alle persone che solo stando uniti abbiamo la possibilità di cambiare il mondo e che solo l’amore può salvarci’, ha dichiarato Kateryna Pavlenko, prima del match assieme a Gaia, continuando con un forte richiamo all’ottusaggine dell’autocrazia russa dicendo agli sportivi presenti allo stadio ‘Ma alcune persone non la pensano così e vogliono solo distruggere’, i fatti le danno ragione, le cronache ogni giorno rattristano le nostre informazioni mediatiche con momenti d’orrore puro. Ci sarà un giorno nel quale forse anche musicisti russi si uniranno, finalmente liberi, al rock internazionale, per ora, citando Sting, possiamo solo sperare che anche i russi amino i loro figli.