Il mistero di Gaia Randazzo continua a non trovare soluzione. La 20enne è scomparsa in circostanze nebulose, il 10 novembre scorso, dalla nave che da Genova avrebbe dovuto portarla a Palermo per una vacanza dai parenti. Con lei a bordo del traghetto si trovava anche il fratello minore, Matteo, che ai microfoni de Le Iene ha ripercorso le tappe del viaggio prima che della ragazza si perdesse ogni traccia durante la navigazione. Secondo quanto emerso, la pista privilegiata in sede investigativa sarebbe quella di un suicidio, ma la famiglia respinge con forza questa ipotesi. La madre di Gaia Randazzo, così come il fratello e l’ex fidanzato della giovane – a cui, stando alla ricostruzione, avrebbe scritto un sms di addio mai recapitato – non smettono di ribadire la loro convinzione: Gaia Randazzo non si sarebbe mai suicidata perché non ne avrebbe avuto motivo.
L’occhio delle indagini si sarebbe focalizzato proprio sul contenuto del telefonino della ragazza ritrovato a bordo, in cui sarebbe stato trovato un messaggio rivolto all’ex fidanzato, un presunto ultimo saluto prima della scomparsa. Un sms che il giovane nega di aver ricevuto e su cui la famiglia si interroga perché lo ritiene impossibile: era stata la 20enne a chiedere una “pausa” al ragazzo e la temporanea distanza tra i due non avrebbe comportato alcuna tensione. Per questo sarebbe da escludere, secondo i parenti e i conoscenti della giovane, che si sia tolta la vita per questioni sentimentali. La madre di Gaia Randazzo continua a chiedersi se sua figlia possa aver subito un’aggressione a bordo della nave Genova-Palermo, e le domande sul tavolo sono ancora troppe perché il caso possa dirsi chiuso. Di queste ore, però, una notizia che potrebbe aprire alla svolta e puntare nuovamente sullo scenario di un gesto estremo: nel cellulare di Gaia Randazzo, il consulente incaricato dalla Procura di Palermo avrebbe isolato alcuni video, girati sul traghetto e mai inviati, in cui la giovane avrebbe lasciato intendere la volontà di suicidarsi. Una indiscrezione accolta con la massima cautela dall’avvocato della famiglia, Aldo Ruffino, in attesa di accedere agli atti dell’esame condotto sul dispositivo.
Il fratello di Gaia Randazzo a Le Iene: “Così ho trovato la felpa di mia sorella”
Nel corso della puntata de Le Iene andata in onda il 13 dicembre, Nina Palmieri si è occupata del caso di Gaia Randazzo e della sua misteriosa scomparsa dalla nave Genova-Palermo su cui viaggiava in compagnia del fratello, Matteo. Il ragazzo ha ripercorso gli eventi che hanno preceduto e seguito la sparizione della sorella, con lui nelle poltrone del ponte 5 prima che di lei si perdesse ogni traccia. L’umore della 20enne non avrebbe fatto immaginare che volesse togliersi la vita, né durante il viaggio né prima. Il fratello si sarebbe addormentato ed è allora che la giovane si sarebbe allontanata finendo per scomparire senza essere più ritrovata. Un’immagine, prima di questo momento indicato nella ricostruzione del 15enne, avrebbe catturato la sua attenzione: “Ero passato con Gaia vicino al bar e già lì, anche se era presto e la nave era appena partita, c’erano varie persone a bere“.
Poco prima di prendere sonno, Gaia Randazzo avrebbe detto al fratello di avere nausea e voler andare in bagno “a vomitare”. Verso le 6.20 del mattino, il ragazzo si sarebbe svegliato scoprendo la sua assenza: “Non c’era, aveva lasciato lì il giubbotto, dentro aveva anche il telefono, il suo zainetto a fianco a me“. Il fratello di Gaia Randazzo avrebbe avviato le prime ricerche della sorella controllando i ponti della nave fino al numero 9, quello in cui, annodata a una panchina, ha trovato la felpa della sorella: “Non ricordo se aveva il doppio nodo, ma mi pare di sì. Ho aspettato un’oretta seduto nella stessa panchina, invece nulla. Un passeggero mi ha detto che la felpa sullo schienale lui l’aveva vista già verso le 5 di mattina perché era passato lì con il suo cane“. Il fratello di Gaia Randazzo avrebbe chiesto di dare l’allarme alla reception. Tra le 10 e le 11, parte dell’equipaggio si sarebbe messa alla ricerca della 20enne, ma senza esito. A quel punto, il 15enne avrebbe chiesto di allertare la Guardia Costiera, ma qualcuno gli avrebbe detto che “finché non si controllava tutta la nave non potevano mandare l’allarme“.