«Hanno ragione Salvini e Berlusconi […] vita scandita da appuntamento giudiziari. Chi finisce in quel gorgo è destinato al calvario»: Gaia Tortora pensa alla storia di suo papà Enzo, la vittima illustre per eccellenza della malagiustizia in Italia, ma va ben oltre nell’intervista odierna a “Libero”. Per la giornalista di La7, il grande caos attuale su Palamara, Amara, Csm e Procure non può che portare ad una riforma “rivoluzionaria” dell’intera giustizia: «la magistratura sta offrendo uno spettacolo intollerabile, terribile. Ancor più terribile è che non ci sia nessuno che alzi la voce. Qua siamo oltre la riforma del processo».
L’ultimo caso, con i pm di Milano che “nascondono” una prova nel processo Eni-Nigeria, è la goccia che fa traboccare il vaso della pazienza della vicedirettrice del TgLa7: «il caso De Pasquale su Eni è emblematico di malagiustizia. Tutti a parole condannano, poi nessuno fa niente e i magistrati rimangono al loro posto. E quelli che come me credono ancora nella giustizia si tritavano a filosofeggiare sul sorteggio dei membri del Csm, sul voto singolo trasferibile. Ma dai. […] Mi chiedo come sia possibile che la gente non scenda in piazza a fare la rivoluzione, qua ci vorrebbe il lanciafiamme». È durissima Gaia Tortora anche se riconosce che la maggioranza dei giudici in Italia è corretta e onesta, «è vero ma io dico svegliatevi, reagite, datevi una mossa. Molti non lo fanno perché hanno paura del sistema».
IL SISTEMA E LA RIFORMA “ALLA” SALVINI
Serve una rivoluzione e una riforma tout court della giustizia, magari cambiando anche qualcosa nella Costituzione come suggeriva il giurista ed ex Ministro Giovanni Maria Flick: «Berlusconi dal suo punto di vista ha ragione, con una vita scandita da appuntamenti giudiziari. Chi finisce in quel gorgo è destinato al calvario. Mi piacerebbe che che i pm rimanessero in aula, evitando di convocare le conferenze stampa e di fare i tuttologi in tv. Mi piacerebbe che non ci fosse gente come Amara che parla col contagocce lanciando messaggi a chissà chi; sto con Paolo Mieli quando dichiara: Amara lei è un genio e noi dei tontoloni che abbocchiamo alle sue esche. È pazzesco. Sarà che mi chiamo Tortora, ma non sai le lettere che ricevo di cittadini vittime di malagiustizia, di errori giudiziari, di processi lentissimi…», spiega ancora Gaia Tortora a Francesco Specchia su “Libero”.
Capitolo finale sui nuovi referendum presentati dai radicali e dalla Lega, decisamente apprezzati dalla giornalista di La7: «Salvini sulla giustizia credo sia coerente. D’altronde alcuni referendum dei Radicali li aveva già firmati; e dalle forche caudine dei processi c’è passato anche lui. Ed è vero anche che sul tema Giustizia ci sono caduti i governi; è una battaglia che non si può fare da soli. Ci vuole qualcuno che dica : “Signori, fuori tutti, via dal Csm, dall’Anm, da tutti gli organi di potere: azzeriamo, facciamo concorsi, compulsiamo curricula, e facciamo entrare in campo la maggioranza silenziosa, quelli che si fanno un mazzo così”».