Edward von Freymann, il papà di Gaia, la 16enne che insieme all’amica Camilla fu travolta dall’auto guidata da Pietro Genovese nel dicembre 2019, ha voluto raccontare il dramma che ha distrutto tre famiglie in un lungo intervento al Corriere della Sera. All’uomo non interessa parlare di giustizia ma solo di verità. Il papà di Gaia ha voluto ripercorrere le tappe salienti del suo dramma personale, a partire proprio dalla sera maledetta dell’incidente. Quella sera lui era andato a cena da amici: “Le avevo detto che poteva stare con i suoi amici, il giorno dopo sarei andato a prenderla per andare dalla nonna. Le piaceva stare da mia madre. Aveva imparato a cucinare”, ricorda. Gaia era una ragazza molto precisa e meticolosa ed al padre anche quella sera comunicò tutti i suoi spostamenti. “A mezzanotte meno un quarto non mi aveva né scritto né telefonato e ho iniziato a preoccuparmi. Ho provato a chiamarla ma non rispondeva. Allora, non so neanche io perché, ho deciso di andare sotto casa, alla collina Fleming”, ha raccontato l’uomo.
Il papà di Gaia passò anche da Corso Francia: “ho visto due sagome a terra e ho detto a Bea, la mia compagna, che doveva essere successo qualcosa di grave. Non ci ho proprio pensato. Non potevo pensarci”. L’uomo arrivò a casa, citofonò alla madre e solo allora iniziò a collegare.
GAIA VON FREYMANN 16ENNE MORTA IN INCIDENTE, PARLA IL PADRE
Edward von Freymann e la madre di Gaia si precipitarono sul luogo dell’incidente, e qui i ricordi si fanno dolorosi più che mai: “Ci siamo precipitati a Corso Francia. Pioveva, non facevano passare nessuno. Gaia non aveva documenti addosso, non sono mai stati trovati poi né il cellulare né le chiavi di casa”. Il papà della 16enne è riuscito ad avvicinarsi qualificandosi come ufficiale dei carabinieri: “Mi hanno accompagnato e l’ho vista. Quello da cui non riesco a liberarmi sono i suoi occhi sgranati, Gaia deve aver capito quello che stava accadendo. È stato terribile”. In quell’occasione le toccò le dita per l’ultima volta prima di dirle addio. Ripensando alla figlia, ha descritto Gaia come una ragazza che non ha mai voluto neppure salire in moto: “Aveva paura di morire sulla strada”, ha detto il padre. Una paura legata all’incidente che aveva avuto l’uomo nel 2011 in seguito al quale aveva perso l’uso delle gambe. L’uomo è riuscito a salvarsi grazie al casco integrale dopo mesi in coma e un lungo recupero. Dopo quell’incidente in moto per Gaia fu un grande dolore il pensiero di non poter più nuotare con l’amato padre ma anche in quel caso l’uomo riuscì a stupirla: “Io allora ho fatto i corsi di idrokinesiterapia per tornare a nuotare e ho trovato una scuola di sci per i disabili. La prima volta che provai, può immaginare con quanta difficoltà, alla fine della discesa sentii, dalle spalle, un abbraccio forte, intenso. Gaia aveva seguito tutto nascosta dietro a un albero”.
Oggi Edward von Freymann è convinto che il suo compito sia trasformare il dolore non in rabbia ma in tenerezza e in amore. “Il destino ha strappato la carne della mia carne e il dolore che provo è intollerabile, mi strazia”, ha commentati. Tuttavia l’uomo non ha permesso al dolore di abbatterlo ma anzi ha iniziato a portare la storia di Gaia nelle scuole: “Sono rimasto colpito dalla commozione dei ragazzi ai quali racconto la storia di Gaia, che si identificano nella sua storia e si rendono conto che l’onnipotenza della quale da ragazzi si è convinti di essere protetti non esiste”.