L’intervista del Cardinal Ruini al Corriere della Sera del 3 novembre scorso ha inevitabilmente “riacceso” i riflettori di un contrasto interno alla Chiesa italiana mai del tutto sopito: quell’invito al Vaticano a dialogare con Salvini invece che continuare a demonizzarlo non è piaciuto a molti vescovi, come si intuisce dalla prima “risposta” ufficiale che arriva dalla Conferenza Episcopale Italianoa per bocca di Mons. Nunzio Galantino, ex segretario Cei e ora Presidente dell’Apsa. Intervistato da “Tv2000” nel programma “Il diario di Papa Francesco”, il vescovo prende le distanze dal suo ex presidente (succeduto poi con Angelo Bagnasco e oggi con Gualtiero Bassetti, ndr): «Dialogo con tutti ma in chiarezza e senza strumentalizzazioni perché se lo fa la Chiesa è un brutto servizio. Gli altri non ci troveranno con l’anello al naso». Per Ruini invece è giusto arrivare a dialogare anche con la Lega che incarna non solo una buona fetta di elettorato cattolico ma che rappresenta uno degli interlocutori della vita politica, nonché probabile prossimo Governo se ci fossero elezioni anticipate: Galantino però non ci sta e spiega «Bisogna stare attenti perché se il dialogo vuol dire cominciare a rimettere in piedi vecchi collateralismi io con questo tipo di dialogo non voglio avere nulla a che fare perché sappiamo già dove hanno portato i vecchi collateralismi. Questo lo sa anche il card. Ruini che è stato tanti anni presidente della Cei».
SCONTRO NELLA CEI: GALANTINO PRENDE LE DISTANZE DA RUINI
Per l’attuale amministratore che gestisce il patrimonio immobiliare del Vaticano quelle parole di Ruini al Corriere della Sera hanno rappresentato un punto di oggettiva difficoltà che rischierebbe di riportare la Cei in “vecchi sistemi”, come spiega ancora Galantino a “Tv2000” «allo sport con o contro Ruini. Con tutto il rispetto per il card. Ruini non mi interessa dichiararmi dalla sua parte o contro di lui. Questo credo non serva a nessuno. I collateralismi non portano da nessuna parte. Se il dialogo vuol dire ‘andiamo a trovare il vincitore di turno quello futuro o passato’ questo a me non interessa. Mi interessa il dialogo come risorsa straordinaria per la vita politica, famigliare ed ecclesiale». In merito al dialogo con Salvini, l’ex segretario della Cei ci va giù piuttosto netto «Al dialogo non si va nemmeno per svendere la propria identità, le proprie attese e aspirazioni, il dialogo è qualcosa di dinamico, non per portare in tasca il proprio gruzzoletto. Questo è da miserabile». Tornando poi sul concetto della “torta”, Galantino conclude spiegando meglio il suo pensiero e facendo intuire come il dialogo con il capo della Lega sarà di difficile realizzazione, almeno a breve: «Non ci si inventa gente dialogante. Come chiedo a me Chiesa di non andare al dialogo per guadagnarmi un pezzo di torta, mi interessa che dall’altra parte non ci sia desiderio di strumentalizzare la mia disponibilità. Il dialogo va fatto con tutti ma con chiarezza senza strumentalizzazioni perché se lo fa la chiesa è un brutto servizio. Gli altri non ci troveranno con l’anello al naso».