Galeazzo Ciano fu il marito di Edda Mussolini, la prima figlia del Duce e di Rachele Guidi. I due si conobbero quando lui si trasferì a Roma. Era il pretendente perfetto per la primogenita di Benito Mussolini, date le sue origini nobili. Era infatti conte di Cortellazzo e Buccari, figlio dell’ammiraglio Costanzo Ciano e di Carolina Pini. Ma anche per la sua professione, dato che era ambasciatore al Vaticano, nonché per la sua avvenenza. Prima di lui, la donna aveva frequentato un giovane ebreo che poi, ironia della sorte, salverà lei stessa dai campi di concentramento, e successivamente anche un altro partito che finì per detestare.
Con Galeazzo Ciano, invece, fu realmente amore, seppure alla fine entrambi iniziarono a tradirsi e divennero quasi amici. La loro storia, da cui nacquero tre figli, si sarebbe successivamente trasformata in tragedia a causa della condanna a morte di lui per alto tradimento. Benito Mussolini, che aveva tanto esultato per il matrimonio tra il futuro ministro degli Esteri e la sua primogenita Edda, lo fece uccidere poiché durante la riunione del Gran Consiglio aveva votato a suo sfavore. (agg. di Chiara Ferrara)
Galeazzo Ciano, chi è il marito di Edda Mussolini
Galeazzo Ciano, diplomatico di Livorno, sposò la prima figlia di Benito Mussolini e Rachele Guidi, Edda, nel 1930 e dalla loro unione sono nati tre figli, Fabrizio, Raimonda e Marzio. Delfino del Duce, durante la sua carriera politica all’interno del regime fascista divenne prima sottosegretario alla Stampa e Propaganda di Benito Mussolini e poi ministro degli Esteri. La storia di Galeazzo Ciano e di sua moglie Edda è ripercorsa nel film di Wilma Labate intitolato Quei due – Edda e Galeazzo Ciano, prodotto da Luce Cinecittà con la collaborazione di Rai Documentari e in onda su Rai 3 venerdì 3 febbraio.
Galeazzo Ciano condannato a morte con l’accusa di tradimento al Duce
Galeazzo Ciano fu ucciso l’11 gennaio 1944 con altri gerarchi fascisti in esecuzione della condanna a morte per fucilazione disposta all’esito di un processo-farsa celebrato a Verona, accusato di tradimento ai danni del suocero Benito Mussolini per aver aderito all’ordine del giorno Grandi che sfiduciò Mussolini durante la seduta del Gran Consiglio del Fascismo del 25 luglio 1943, in cui fu sigillata la deposizione del capo del regime fascista. La moglie, Edda Ciano, cercò in ogni modo di salvarlo arrivando a ricattare il padre con la minaccia di pubblicare i contenuti del diario di Galeazzo Ciano in cui si profilavano aspre critiche alla Germania nazista e a Hitler. Ma ogni tentativo di Edda Ciano si rivelò vano e questo avrebbe portato la primogenita di Mussolini a un punto di rottura insanabile con lui. Quel voto contro Mussolini costò a Ciano l’accusa di alto tradimento, “fu l’inizio della nostra tragedia“, commentò sua moglie.
Edda e le dure accuse al padre Benito Mussolini per l’esecuzione del marito Galeazzo Ciano
Edda Ciano criticò aspramente il padre per non aver salvato il marito Galeazzo Ciano dall’esecuzione. Figlia prediletta del Duce e con un carattere così ribelle da fargli ammettere di essere “riuscito a sottomettere l’Italia, ma non lei“, Edda Ciano rimase vedova nel 1944 e alcuni anni dopo la sua morte avrebbe aperto il cuore a uno spiraglio di perdono per quel genitore che si sarebbe dimostrato sordo ai suoi disperati appelli per risparmiare la vita al marito. “Alcuni anni dopo la sua morte lo perdonai. Per quanto riguarda il rapporto con mia madre, invece lei ha difeso il suo uomo, io il mio“.
Nel 1946, intervistata dal giornalista Gino De Sanctis per Il Corriere della Sera, la vedova di Galeazzo Ciano parlò così della loro tragedia: “Ho odiato mortalmente mio padre. Ma ora il tempo passa e non posso non ricordarmi di lui, di tutta la nostra vita in comune. L’avevo tanto amato e tanto ammirato. (…) L’avevo creduto un forte, un superuomo. Ora capisco che era un debole, senza carattere. (…) Con me è stato crudele: mi ha promesso due volte solennemente che avrebbe salvato Galeazzo. Invece l’ha fatto uccidere. Galeazzo era innocente, il 25 luglio aveva usato di un suo diritto legale ed aveva cercato di salvare l’Italia dall’estrema sventura“. Con la caduta del fascismo, Galeazzo Ciano fu arrestato e condotto nella prigione degli Scalzi a Verona per essere processato e condannato a morire per mano dei fascisti. La moglie Edda avrebbe condotto una vita riservata nella sua casa di Roma fino alla morte, avvenuta il 9 aprile 1995. Entrambi sono sepolti a Livorno nella tomba di famiglia.