«Sono assolutamente convinto che c’è una stretta correlazione fra l’espandersi di questo virus e il modo in cui abbiamo ridotto la Terra. Non possiamo fare della Terra quello che vogliamo, siamo passati dal suo uso alla sua usura. Fenomeni come la deforestazione, la strage animali, la contaminazione delle acque e dell’aria, tutto c’entra in quello che sta accadendo»: Umberto Galimberti, filosofo e insegnante, spiega così a “Il Giorno” la sua visione del tutto pessimista dell’evoluzione umana in questa crisi Covid-19. Secondo lui il coronavi non sta insegnando all’uomo praticamente niente, «La gente chiusa in casa avrebbe avuto occasione di riflettere, e invece…», sospira amaramente Galimberti. Si parte dall’esaltazione della tecnica e si arriva al pessimismo più che cosmico: per il filosofo psicoanalista questo passaggio è “evidente”, «non sappiamo più vivere al di fuori di questo enorme apparato tecnico. E la tecnica non apre scenari di senso o di salvezza, ma semplicemente funziona: come diceva Pasolini, non è progresso ma sviluppo».



“LA TERRA PUNISCE L’UOMO”

La tecnocrazia arrivata all’ennesima potenza prima della pandemia non poteva più consentire all’uomo un progresso degno di quel nome, secondo Galimberti e perciò “qualcosa” è successo per interrompere quella catena produttiva: «Bastano due mesi in cui questo mondo tecnico non funziona come prima per assistere a un collasso generale che mostra quanto il nostro mondo sia precario. E appena sarà tutto finito, fra due anni magari, la gente tornerà all’apparato tecnico che era stata costretta a lasciare con la stessa voluttà di un di un drogato».



Citando la “tecnica” di HeideggerOrmai abbiamo solo rapporti puramente tecnici. Non è più la Terra quella su cui oggi vive l’uomo»), la sentenza di Galimberti è spietata: «la Terra si sta vendicando, la trattiamo troppo male» e soprattutto l’uomo non migliorerà dopo il coronavirus, «pensa solo a distrarsi da se stesso. Basterebbe soltanto considerare quanto poco si legga in quest’epoca, quando uno che legge due libri all’anno è considerato un “forte lettore”. […] Non siamo più abituati a fare una riflessione, questo poteva essere il periodo adatto per farlo, in cui recuperare i rapporti umani e invece continuiamo solo a litigare, in 9 settimane addirittura abbiamo già contato 11 femminicidi!».



GALIMBERTI “SALVA” IL GOVERNO MA SULLA SCUOLA..

Se l’umanità non migliora però è anche “colpa” della fiducia cieca in cui si ripone nella scienza e anche qui Galimberti non va giù molto leggero «rapporto tra uomo e scienza era già in crisi prima, assurde polemiche sui vaccini che avevano dimostrato come ci fidiamo a volte più della parola della portinaia che di quella del medico». Ma il problema è poi l’esaltazione al contrario, «la scienza non dice cose vere, ma solo cose esatte… E ha bisogno di tempo, la scienza avanza per tentativi […] però i veri scienziati sono quelli che stanno nei laboratori, non nelle televisioni: è la differenza fra scienziati e pseudo scienziati».

Unico punto “permissivo” viene lanciato sul Governo italiano, con la stima che Galimberti nutre per il Premier Conte «Pur lontano politicamente, sono positivo nei riguardi di questo presidente del Consiglio. Al netto di tutte le contraddizioni, vorrei vedere come si sarebbero comportati gli altri al suo posto. Dittatura della prudenza? No, necessità di questa prudenza, perché le ricadute sono peggiori delle malattie e un altro blocco della società sarebbe peggio di quanto sia stato la prima volta».

Capitolo finale sulla scuola e la distanza imposta dalle regole del Covid: «lezioni via Skype sono l’unica possibilità in questo momento, e anche una delle poche cose buone che ci regala la tecnocrazia. Il problema è che non sempre ci sono professori in grado di fare lezioni secondo queste modalità e non sempre ci sono studenti in condizioni – anche per un problema sociale – di accedere a queste lezioni. […] la scuola a distanza sarebbe utile se tutti i professori mostrassero col proprio esempio che si stanno impegnando, anche al di fuori delle ore stabilite, e facessero vedere che si stanno sacrificando, mostrando ai ragazzi che ne vale davvero la pena: ecco, questo potrebbe essere il messaggio migliore in questo momento da trasmettere ai ragazzi».