Il filosofo Umberto Galimberti durante la diretta di In Onda, su La7, ha parlato dell’omicidio di Giulia Tramontano, uccisa con due coltellate dal fidanzato Alessandro Impagnatiello la notte del 27 maggio. Nei giorni l’assassino, che ha ucciso anche il figlio che la fidanzata portava in grembo e che sarebbe nato in un paio di mesi, ha prima fatto finta di nulla, confessando quando ha capito che il cappio gli si stata stringendo attorno al collo. Nel mentre è emerso anche come l’abbia fatto perché preferiva passare il tempo con la sua amante, una collega nel bar in cui lavorava, che aveva già costretto ad abortire. Secondo il filosofo Galimberti ci sarebbe, complessivamente, “un tema di ridotta sensibilità” nella società moderna, che parte proprio dalla scuola e dalla famiglia.



Umberto Galimberti: “I giovani non capiscono il male e il bene”

“Kant”, spiega il filosofo Galimberti citando un illustre collega, “diceva che il bene e il male potremmo anche non definirli perché ciascuno li sente naturalmente da sé. Oggi non è più vero. Non è più vero che uno studente sente la differenza tra insultare un professore e prenderlo a calci, tra corteggiare una ragazza e stuprarla”. Un problema, questo, che si aggiunge anche “all’abbassamento culturale” e che definisce come “un abbassamento emotivo. Questi ragazzi crescono senza una risonanza emotiva, che significa sentire prima di mettere in moto la ragione, cosa è bene e cosa è male, cosa è grave e ciò che grave non è”.



E senza risonanza emotiva, spiega ancora Galimberti, “si ha che fare con degli psicopatici, cioè coloro che hanno una psiche apatica. La risonanza emotiva si perde quando padre e madri non incoraggiano queste cose, quando si insegnano i valori della forza invece di apprezzare quelli della sensibilità” con l’esito di spegnere l’empatia, fondamentale nei rapporti sociali. “Si può recuperare negli anni della scuola materna o ai primi due anni della scuola elementare, poi mai più”, avverte Galimberti, ma il problema è che le scuole, “i bulli, quelli che non hanno empatia, li sospende. Invece dovrebbe tenerli il doppio in classe per consentirgli di avere una risonanza emotiva al di là delle loro pulsioni”. Secondo lui, infatti, Impagnatiello “è cresciuto ad un livello di apatia psichica” e lui desidererebbe “che i professori [capissero] quali sono gli apatici”.

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