Il filosofo Umberto Galimberti, spesso ha riflettuto sul ruolo formativo degli insegnanti e dell’importanza della scuola come strumento di crescita per i giovani. Nel dialogo con Paolo Iacci, riportato sul sito Orizzontescuola.it. emergono le posizioni dello psicanalista in merito ai danni creati nel sistema formativo, soprattutto a causa dell’atteggiamento di alcuni professori “inamovibili”, che grazie al posto fisso rimangono per anni nel sistema scolastico pur non avendo le qualità necessarie a motivare gli studenti.



Perchè non sempre è colpa delle competenze tecniche, “Che sono necessarie, ma non sufficienti per tutti“, ogni insegnante infatti, deve soprattutto avere “Carisma, sapere comunicare e affascinare“. Così Galimberti accusa soprattutto la demotivazione allo studio, provocata da questi atteggiamenti, ancora peggio di professori che “plagiano“. Un pericolo che va eliminato con una soluzione radicale: “Io propongo di abolire il ruolo se questo può significare non consentire ai ragazzi un loro pieno sviluppo culturale”. 



Scuola, Umberto Galimberti: “Studenti demotivati da insegnanti inadeguati e genitori incapaci di educare”

Il processo educativo che la scuola deve offrire ai giovani, passa non solo attraverso la figura degli insegnanti, che come afferma Umberto Galimberti devono essere soprattutto “motivatori e affascinanti”, ma anche dai genitori. Il ruolo delle famiglie infatti spesso concorre alla penalizzazione degli studenti, perchè alcuni si concentrano eccessivamente sui successi scolastici dei figli, ma tralasciano l’importanza degli aspetti personali nella crescita e formazione.



Per questo, il filosofo propone di “Eliminare del tutto i genitori dalla scuola“, questo, prosegue, “Consentirebbe allo studente un confronto diretto con i professori, senza la protezione della famiglia e quindi garantirebbe una maggiore crescita“: Un rapportarsi direttamente con gli adulti per un confronto educativo che non ha intermediazioni istituzionali”. Anche in altri interventi, lo psicanalista aveva evidenziato come l’incapacità educativa di alcuni genitori spesso diventa responsabilità degli insegnanti, che se a loro volta sono incapaci, non riescono a  compensare le gravi carenze. Soprattutto dal punto di vista emozionale e sentimentale.