Yoav Gallant, ministro della Difesa di Israele, ha tenuto il primo briefing con la stampa estera sulla guerra con Hamas dal quattordicesimo piano della Kirya a Tel Aviv, nel quartier generale del suo dipartimento. “Abbiamo arrestato almeno 70 terroristi. Tra loro, più di 20 hanno partecipato al massacro del 7 ottobre”, così – come riportato da La Stampa – ha annunciato gli ultimi successi del suo Paese.
La fine del conflitto tuttavia sembrerebbe essere ancora piuttosto lontana. “A Gaza stiamo procedendo come da programma e i risultati operativi sul campo determinano il passaggio da una fase a quella successiva. Dei 24 battaglioni regionali, ne abbiamo già smantellati 18. Nonostante la complessità di un’arena che nessun militare al mondo si è trovato ad affrontare”, ha spiegato. In merito al futuro del territorio però non si è voluto sbilanciare. “A guerra finita non ci sarà più Hamas come potenza militare a Gaza. Resto concentrati sulla missione della mia vita. Non penso al futuro. Israele di sicuro non controllerà Gaza, ma neanche Hamas”.
Gallant: “Né Israele né Hamas controlleranno Gaza a fine guerra”
La sensazione è che la guerra tra Israele e Hamas stia comunque cambiando scenario. “È Rafah il prossimo centro di gravità di Hamas. L’assalto militare è inevitabile. Lo Stato di Israele però non ha intenzione di evacuare i palestinesi in Egitto. Rispettiamo e apprezziamo il nostro accordo di pace con il Cairo, che è un pilastro della stabilità nella regione”, ha anticipato il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant.
In merito ai nuovi sviluppi, l’esponente del Governo di Benjamin Netanyahu ha assicurato che manterrà saldi i legami con le controparti estere e, in particolare, di Stati Uniti ed Europa. Infine, ha puntato il dito contro l’UNRWA: “È profondamente radicata nell’attività terroristica. Ha perso legittimità e non può più funzionare come organismo delle Nazioni Unite. Dei suoi dipendenti il 12% sono affiliati a Hamas e jihad islamico palestinese. 1468 operativi sono membri attivi delle due organizzazioni. 185 sono attivi nell’ala militare di Hamas e 51 in quella della Jihad islamica. Abbiamo indicazioni significative basate sull’intelligence, secondo cui oltre 30 impiegati dell’Unrwa hanno partecipato al massacro, facilitato la cattura degli ostaggi, saccheggiato e derubato le comunità israeliane e altro ancora”, ha concluso.