Arrivano importanti aggiornamenti sull’inchiesta sulle Rsa in Lombardia. Come vi abbiamo raccontato, la Procura di Bergamo ha ascoltato il governatore Attilio Fontana e l’assessore Giulio Gallera e il pm non sembra avere dubbi: «Da quello che ci risulta era una decisione governativa», le parole di Maria Cristina Rota al Tg3 su chi dovesse prendere la decisione di istituire la zona rossa a Nembro e Alzano Lombardo.



La linea sostenuta già dal governatore, che aveva anche fatto riferimento all’arrivo dell’esercito, e dall’assessore al Welfare. I due esponenti di Regione Lombardia hanno negato pressioni dal mondo economico in merito alla mancata creazione di una zona rossa. Come riporta l’Ansa, l’avvocato Jacopo Pensa ha spiegato: «Il presidente della Regione Lombardia è stato convocato dai pm in qualità di persona informata sui fatti con lo spirito autentico di ascoltare una persona che ha contribuito ad accrescere il loro patrimonio conoscitivo sulle vicende relative al Coronavirus».



RSA LOMBARDIA, FONTANA IN PROCURA A BERGAMO

E’ iniziato il colloquio semplicemente come persona informata sui fatti, con il presidente della regione Lombardia, Attilio Fontana. Come riferito dai colleghi dell’agenzia Ansa, poco fa il governatore lombardo è arrivato presso la procura di Bergamo, dove i pm stanno indagando sul caso riguardante il pronto soccorso di Alzano, nonché le morti “sospette” in numerose Rsa lombarde, e infine, la mancata istituzione di una zona rossa nella bergamasca. Fontana si è presentato con la scorta al seguito in quanto da un paio di giorni l’esponente leghista si muove con la protezione di due agenti a seguito delle numerose minacce ricevute non soltanto sui social. L’edificio dove si sta svolgendo il colloquio è presieduto dalle forze dell’ordine, per mantenere l’ordine. Ricordiamo che nella giornata di ieri era stato ascoltato l’assessore lombardo al welfare, Gallera, anche lui semplicemente come persona informata dei fatti. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



GALLERA CONVOCATO IN PROCURA A BERGAMO

Giulio Gallera, assessore al Welfare della Regione Lombardia, è stato convocato presso la procura di Bergamo dove si è presentato intorno alle ore 17 di giovedì, per essere ascoltato dal pool dei pm coordinato dal procuratore Maria Cristina Rota che indaga sulla riapertura del pronto soccorso dell’ospedale di Alzano e sulla gestione dei pazienti nelle Rsa. Ovvero due nodi cruciali dell’emergenza coronavirus in Lombardia. Il pronto soccorso di Alzano sarebbe stato uno dei focolai più importanti per la diffusione del covid-19 in tutta la provincia di Bergamo. La gestione delle Residenze Sanitarie per Anziane è invece tristemente salita alla ribalta per aver provocato una vera e propria strage tra gli over 80, la fascia di gran lunga più colpita dal coronavirus. Come Gallera, anche il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana sarà presto convocato come persone informata sui fatti, in particolare in riferimento alla mancata istituzione della zona rossa ad Alzano e Nembro all’inizio di marzo, per la quale la Regione Lombardia è spesso entrata in contrasto anche col Governo e col presidente del consiglio Conte.

GALLERA CONVOCATO IN PROCURA: “NON SONO PREOCCUPATO”

Al suo arrivo presso la procura di Bergamo Giulio Gallera ha rilasciato una breve dichiarazione ai giornalisti presenti, manifestando tranquillità: “E’ un atto dovuto. La magistratura sta approfondendo e noi siamo informati sui fatti. Non sono preoccupato“. Gallera ha trovato però ad aspettarlo fuori dalla procura il vicesindaco di Valbondione Walter Semperboni, che lo ha seguito fino all’ingresso: “Chiedo le sue dimissioni, non ha mai risposto alle mie domande“, ha affermato il vicesindaco che ha perso il padre per il coronavirus nelle scorse settimane. La Procura di Bergamo, attraverso la Guardia di Finanza,  ha convocato come persona informata sui fatti anche il presidente di Confindustria Lombardia, Marco Bonometti, che nelle prossime ore fisserà l’incontro con i pm che indagano sulla mancata istituzione della zona rossa ad Alzano. Bonometti ha già spiegato in un’intervista il suo punto di vista sul tema: “Nelle riunioni che abbiamo avuto tra fine febbraio e i primi giorni di marzo, la Regione è sempre stata d’accordo con noi nel non ritenere utile, ma anzi dannosa, una eventuale zona rossa sul modello Codogno per chiudere i comuni di Alzano e Nembro