Cena al ristorante per il noto virologo Massimo Galli, direttore del reparto di malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, e Andrea Crisanti, collega microbiologo dell’università di Padova. Quelli che storicamente sono definiti i due esperti più “chiusuristi”, hanno deciso di passare una bella serata assieme in quel di una rinomata località della Toscana, la splendida Forte dei Marmi. Durante la puntata di ieri sera di Cartabianca, la conduttrice del programma di Rai Tre, Bianca Berlinguer, ha incalzato Galli chiedendogli se da ora in avanti andrà a cenare al chiuso: “Certo che sì – ha replicato il noto professore milanese – non vorrei portare la mia punizione a determinati livelli. Ieri sera eravamo all’aperto io e Andrea Crisanti, il sindaco di Forte dei Marmi che è un collega ha avuto il coraggio di organizzare una riunione di catastrofisti”.
Quindi ha aggiunto: “In uno splendido posto sul mare abbiamo preso anche un bel po’ di freddo, ci siamo detti che avremmo potuto stare al chiuso. Le cose sono andate molto bene, mi viene da sorridere. Ho promesso di sorridere di più in televisione – ha proseguito Galli, piacevolmente sorpreso dai numeri della pandemia – ad amici e persone particolarmente care, e le cose oltretutto stanno andando bene”.
GALLI: “RISULTATI AL DI LA’ DI OGNI PIU’ ROSEA ASPETTATIVA”
Galli, soffermandosi sempre sui dati in forte ribasso, ha aggiunto, rilasciando parole che per certi versi sorprendono, vista la sua rinomata rigidità: “Abbiamo avuto risultati al di là delle più rosee aspettative basate su proiezioni fondate su dati scientifici. E’ andata veramente molto bene, le vaccinazioni fatte rappresentano uno zoccolo duro. E’ evidente che le persone non ne possono più di stare chiuse, è meglio persuadere all’attenzione chi deve stare attento e non intervenire con limitazioni drastiche”.
Quindi Galli giustifica il suo precedente atteggiamento di scetticismo verso le riaperture dicendo: “Non voglio recriminare inutilmente, quando sono state annunciate le riaperture avevamo un gap di 30 milioni di dosi rispetto alla Gran Bretagna, avevamo molte persone a rischio non vaccinate, avevamo la variabile legata alle varianti. Le persone fragili sono state bravissime a tenersi fuori dai guai: quando sono state decise le riaperture non era stata raggiunta la soglia di 500mila di vaccinazioni al giorno”.