L’editoriale pubblicato da Ernesto Galli della Loggia sul Corriere della Sera, dal titolo “Il mito dell’inclusione nella scuola italiana“, è diventato un caso. Lo storico ha sollevato questioni critiche sullo stato attuale del sistema scolastico, spiegando che la scuola è intrappolata in una rete di menzogne ed evidenziando una spiccata discrepanza tra principi inclusivi teorici e la loro applicazione pratica. Non solo i meccanismi di inclusione sono inefficienti, ma potrebbero anche peggiorare la situazione in mancanza di una riforma urgente. Galli della Loggia cita il libro “Una scuola esigente” di Giorgio Ragazzini, sottolineando come la realtà della scuola, nonostante le politiche dell’inclusività, resti distante dagli ideali promossi.



Le critiche riguardano in particolare il passaggio in cui Ernesto Galli della Loggia critica il cosiddetto mito dell’inclusione: «Nelle aule italiane, caso unico al mondo, convivono regolarmente accanto a ragazzi cosiddetti normali, ragazzi disabili con il loro insegnante di sostegno (…), poi ragazzi con i Bes (Bisogni educativi speciali: dislessici, disgrafici, oggi cresciuti a vista d’occhio anche per insistenza delle famiglie) e dunque probabili titolari di un Pdp (Piano didattico personalizzato) e, infine, sempre più numerosi, ragazzi stranieri incapaci di spiaccicare una parola di italiano».



FALSA INCLUSIVITÀ DELLA SCUOLA? DOCENTI CONTRO GALLI DELLA LOGGIA

L’aver addotto la presenza di ragazzi disabili o stranieri nelle stesse classi degli studenti “normali” tra i problemi della scuola ha causato un’ondata di indignazione. C’è chi ha fatto notare che il problema sono le carenze di strutture e personale, frutto dei continui tagli alla spesa pubblica, che tra l’altro, come evidenziato da Mauro Del Corno sul Fatto Quotidiano, sono stati auspicati dallo stesso Ernesto Galli della Loggia. «Che poi l’inclusività sia un valore in sé, all’editorialista non passa neppure per la testa».



Questa sortita dello storico ha suscitato le prime reazioni anche tra chi si occupa di insegnamento, come due docenti universitari. «Spero che sia un fake ma temo non lo sia», ha twittato ad esempio Mario Ricciardi, docente di Filosofia del diritto alla Statale di Milano ed ex direttore de Il Mulino. Poi ha commentaot il suo stesso post su X per aggiungere: «Mi confermano che l’ha scritto davvero. Mi chiedo se al Corriere ci sia ancora qualcuno che si vergogna». Invece, il sociologo Filippo Barbera, dell’università di Torino, ha commentato: «Terribile ma rivelatore».