SPESE MILITARI, IL “J’ACCUSE” DI GALLI DELLA LOGGIA AL CENTROSINISTRA

Il rapporto tra chi contesta l’invio di armi all’Ucraina e l’attuale atroce guerra mossa dalla Russia resta anche in Italia piuttosto complesso: secondo lo storico e docente Ernesto Galli della Loggia il nodo del “pacifismo” vive di diversi scenari nel nostro Paese, dalla politica del Centrosinistra fino alle accuse lanciate da Papa Francesco contro la guerra in quanto tale.



Commentando i recenti sondaggi che vedono gli elettori contrari all’aumento delle spese militari – elemento sul quale si è rischiata una crisi di Governo per il “niet” del M5s di Giuseppe Conte – Galli della Loggia intervistato da “Libero Quotidiano” riflette, «È normale che di primo acchito la maggioranza degli elettori sia contraria ad aumentare le spese militari, perché appaiono soldi sottratti alla spesa sociale. Ma è chiaro che c’è una contraddizione con la volontà di sostenere la resistenza Ucraina, che per continuare a combattere ha bisogno delle armi che possiamo darle». Secondo l’editorialista del “Corriere della Sera”, spetterebbe non alla gente ma alla classe dirigente italiana mettere d’accordo le esigenze più contraddittorie tra loro: «non da oggi, ma da anni, c’è una forte attività della Russia per “penetrare”, diciamo così, i sistemi politici occidentali, allo scopo di acquistare “simpatie”, credo che le due cose siano legate. Mi fermo qui, non voglio dire di più». Secondo lo storico raggiunto da Fausto Carioti per “Libero Quotidiano”, all’interno di queste compagini politiche il suo personale “J’accuse” viene lanciato non tanto verso la Lega di Salvini bensì all’intero comparto del Centrosinistra, protagonista della semi-crisi di Governo solo qualche giorno fa.



GALLI DELLA LOGGIA: “PAPA AMBIGUO SULLA GUERRA: CRITICA SPESE MA NON ATTACCA PUTIN”

Dopo l’ultimatum di Conte, il Pd – con il Ministro Guerini – ha acconsentito a produrre gli impegni Nato (l’aumento delle spese militari al 2% del PIL come da accordi siglati nel 2014) entro il 2028 e non più il 2024 come ipotizzato in un primo momento. Per Galli della Loggia tale scelta è fortemente sbagliata: «mi ero illuso sul Pd», spiega il docente, «Mi aspettavo che restasse sulla posizione espressa all’inizio da Letta, aderente alla linea di Draghi». E invece, incalza Galli della Loggia, «di fronte alla presa di posizione di Conte, che ha dichiarato la propria indisponibilità, il Pd ha fatto una rapida riconversione su posizioni possibiliste e ha aperto la trattativa: non più due, ma cinque, sei anni…». Secondo lo storico il Pd ha una sorta di “paura” ad essere diverso da come era in passato, ancora troppo legato «ai vecchi dogmi, teme una battaglia chiarificatrice all’interno della sinistra». L’accusa più netta viene lanciata contro il segretario Pd Enrico Letta, considerato da Galli della Loggia colpevole di pesare molto la paura di andare da solo alle Elezioni 2023, «senza i Cinque Stelle. La loro unica speranza di ottenere un successo che li porti al governo è legata all’alleanza col M5S». Attacco alla politica ma non solo, Ernesto Galli della Loggia critica anche la posizione di Papa Francesco sull’asse complicato spese militari-guerra in Ucraina: secondo il docente, le dichiarazioni del Pontefice anche in questi giorni di viaggio a Malta sono di fatto «contraddittorie». «Dapprima ha preso posizioni filorusse; poi, forse anche a causa delle critiche che gli sono state mosse da dentro la Chiesa, ha cambiato posizione, iniziando a parlare di “aggressione”, pur senza mai nominare la Russia. Alla fine sembra essersi attestato su una posizione di generica condanna della guerra e del riarmo»: la “sentenza” di Galli della Loggia non sembra così comprendere fino a fondo il ruolo non tanto di “equidistanza” del Vaticano – che non c’è stato, visto le parole durissime di Papa Francesco contro la guerra in Ucraina fin dai primi momenti – ma di accorta diplomazia internazionale per poter giocarsi un ruolo di mediatore convincente (ben più della Turchia, in poche parole) al tavolo di pace tra Kiev e Mosca. La rincorsa alla pace del Papa non convince invece Galli della Loggia: «penso che la leadership “politica” del papa, chiamiamola così, sia da tempo molto confusa, e alla fine sfoci in una pressoché assoluta irrilevanza politica».

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