La diminuzione dei contagi da Covid 19, l’abbassamento della curva e la minore mortalità hanno portato il Governo italiano a riflettere sull’eliminazione di alcune restrizioni. La mascherina all’aperto non è più obbligatoria da giorni, anche se resta necessaria in caso di assembramenti, ma presto potrebbero essere abolite anche ulteriori misure di sicurezza. Dal 31 marzo 2022 non ci sarà più lo stato d’emergenza e si parla anche di una possibile abolizione del Cts e del Green Pass. A parlarne è stato Massimo Galli a Studio24.
Il virologo ha dichiarato: “Non dobbiamo abbassare l’attenzione, che non significa chiudere tutti in casa. Rinunciare al Green Pass? Io sono convinto di poter dire che rinunciarci è una sciocchezza, considerando che gli italiani se lo sono conquistato e hanno il diritto di sentirsi tutelati perché il Green Pass è presente”. Possibile, dunque, che il Governo lasci il Green Pass, magari prendendo in considerazione fattori come gli anticorpi per stabilire chi può continuare ad avere il Green Pass e chi no, come dichiarato dal medico.
Massimo Galli: “Green Pass e criteri più razionali”
Ospite a Studio24, Massimo Galli ha affermato la necessità di avere un criterio più razionale nella scelta di chi può avere o meno il Green Pass: “Bisognerà avere un criterio un po’ meno drastico e più razionale. Per molte persone potrebbe essere sdoganato il discorso della sierologia, anche per il riconoscimento di tutte una serie di infezioni passate che per qualche motivo non sono andate a sistema. Persone che hanno avuto l’infezione fanno poi vaccinazioni ai di là del necessario che è superfluo. Con qualche correttivo credo che il Green Pass possa e debba rimanere. Non è un elemento vessatorio, sono vessatori i no vax che hanno aumentato i problemi che abbiamo dovuto gestire anche in relazione alle ondate di pazienti che abbiamo dovuto gestire”.
Parlando poi di vaccino e quarta dose, il virologo ha affermato: “Senza intervenire sulle posizioni assunte dai colleghi, ritengo che in questo momento la quarta dose possa essere proposta alle persone particolarmente fragili e a gran parte degli anziani. Credo che sia necessario sdoganare lo strumento sierologico, ovvero la definizione degli anticorpi, per decidere a chi fare la quarta dose e a chi no”.