Non ci sono dati scientifici sull’utilità del coprifuoco, ma non ha dubbi sull’efficacia Massimo Galli. L’infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano ad Agorà oggi ha spiegato che serve perché uscire la sera «è una delle quattro situazioni della giornata in cui è verosimile avere un rimescolamento di popolazione e diffusione del virus». Il professore di infettivologia all’Università degli Studi di Milano però si è mostrato spazientito in merito al dibattito che è in corso: «Io ho la nausea dei discorsi sul coprifuoco». Quindi, si è limitato a dire che uscire la sera, così come andare a lavoro o scuola, stare a lavoro o a scuola e tornare a casa è una delle situazioni in cui si hanno contatti «e ci si mischia con gente diversa, con o senza precauzioni, a seconda dei comportamenti dei singoli individui». Il ragionamento di Galli è, dunque, fondato su una scelta: «È evidente che se devi tenere in piedi le prime tre cose, perché sono quelle che tengono in moto il Paese, si finisce per doverne sacrificare o ridimensionare una che comporta un rimescolamento della popolazione completamente diverso dalle altre».
GALLI SU COPRIFUOCO, VACCINI E BREVETTI
Massimo Galli ha, quindi, spiegato con estrema chiarezza perché serve il coprifuoco: disincentiva i movimenti. «Se non si capisce questa cosa si andrà avanti a discutere all’infinito, ma non dovrebbe esser difficile da capire. Se poi ci si vuol fare polemica politica è un’altra questione». Nel corso del suo intervento ad Agorà l’infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano si è detto consapevole dei danni economici che il coprifuoco produce, ma questa è appunto un’altra questione. «In chiave strettamente epidemiologica c’è la necessità di capire dove è possibile limitare i contatti tra le persone e di conseguenza la diffusione del virus». In merito, invece, alla campagna vaccinale: «La situazione è tendente al bello ma statica e con episodi che procurano elementi di preoccupazione». Bisogna accelerare quindi per Galli, secondo cui «le somministrazioni sono un po’ al di sotto del previsto». Per quanto riguarda, invece, la sospensione dei brevetti dei vaccini, il medico si è detto favorevole: «Indubitabilmente infrangerebbe un principio che ha molti aspetti di iniquità».