Scontro a distanza tra Massimo Galli e Matteo Salvini a “Cartabianca”, trasmissione di Rai Tre condotta da Bianca Berlinguer. L’infettivologo dell’ospedale “Sacco” di Milano ha posto fine alle sue due settimane di silenzio stampa e ha scelto di ripartire dal programma del martedì sera, commentando la situazione attuale connessa alla pandemia di Coronavirus in Italia. L’esperto ha esordito tirando “un grosso sospiro di sollievo“ per l’andamento odierno, ribadendo che “un conto sono le decisioni e le scelte che devono fare i politici, un conto sono le valutazioni obbligatorie per coloro che devono interpretare i dati scientifici, con tutto il margine di incertezze che essi lasciano”.
In queste settimane, per fortuna, il trend è favorevole e la vera e propria gara in atto nei mesi scorsi, ha rammentato Galli, era quella di mettere in sicurezza con il vaccino le persone che rischiavano di implementare, se infettate, le curve di crescita dell’ospedale, della rianimazione e dei morti. Tuttavia, il professore non vuole sentire parlare di fine dei contagi entro il 2022: “È un’ipotesi campata per aria. Anche quando sento parlare di immunità di gregge rimango un filo perplesso: in questo momento non stiamo vaccinando per l’immunità di gregge, bensì per tenere le persone al sicuro”.
GALLI BACCHETTATO DA SALVINI: “RICORDATI CHE DEVI MORIRE!”
Prima che in studio intervenisse Matteo Salvini, Massimo Galli ha affermato che “stiamo eseguendo un vaccino montato sul virus che girava a Wuhan un anno fa, anche se nel frattempo sono intervenute variazioni. Chi ha avuto l’infezione recentemente, ha anticorpi più attuali di chi ha fatto il vaccino. Inoltre, nonostante il vaccino, qualche mio collega del ‘Sacco’ ha fatto ugualmente l’infezione“. Successivamente ha fatto il suo ingresso in studio il leader della Lega, quando il collegamento con Galli era ormai chiuso, e si è lasciato andare a una serie di considerazioni contro il medico del “Sacco”: “Che ventata di ottimismo… Un conto è la prudenza, un conto è l’allarmismo. Mi veniva in mente Troisi, ‘non ci resta che piangere’: ‘Ricordati che devi morire’! Se avessimo ascoltato Galli ad aprile non avremmo riaperto nulla e sarebbero saltati milioni di posti di lavoro. All’inizio del Coronavirus tutti abbiamo commesso errori, anche noi politici. Ma dire stiamo ancora a casa, che altrimenti rischiamo una strage, è ora esagerato”.