Non ha usato mezzi termini Massimo Galli, direttore del reparto di Malattie Infettive dell’ospedale Sacco di Milano, per commentare la possibilità di registrare alcune riaperture a partire dalla metà del mese di aprile: “Aprire con il virus che circola? Mi sembra di vedere un vecchio film che torna costantemente sui teleschermi e non c’è nemmeno più Fantozzi che dice che è una boiata pazzesca“. Così il noto esperto medico ha parlato a “Timeline”, rubrica di Sky Tg24, relativamente ai cambi di colore delle Regioni e alle continue (e comprensibili) pressioni che giungono dal mondo dei commercianti per indurre il Governo a permettere loro di tirare su le serrande.
“Non è tanto cautela la mia – ha precisato ulteriormente Galli –, bensì timore. Sono veramente stanco e provato nel continuare a vedere persone che se ne vanno all’altro mondo e che magari avrebbero potuto evitare di andarci, se vaccinate per tempo”. Una frase da cui si evince tutta l’umana emozione provata da uno dei tanti milioni di medici schierati nelle corsie d’ospedale a combattere contro un nemico invisibile da un anno a questa parte e che fatica a intravedere la fine dell’incubo.
GALLI: “NE USCIREMO SOLO VACCINANDO MOLTO”
Massimo Galli, nel prosieguo del suo intervento a Sky Tg24, ha poi asserito che “a voler essere più tecnico, questo sistema a colori è stato deciso e approvato e quindi viene applicato in maniera abbastanza fiscale tutte le volte che cominciamo a vedere che la pressione della malattia rallenta. La garanzia di uscirne in maniera decisa, però, sta nel riuscire a vaccinare molto”. L’infettivologo si allinea quindi all’appello dei suoi tanti colleghi che abitano i palcoscenici televisivi in questi mesi difficili e turbolenti per l’Italia intera, individuando nell’inoculazione dei vaccini l’arma per abbandonare questo stato di impotenza: “Se vacciniamo veramente molto lo scenario cambia e anche questa applicazione un po’ troppo rapida e fiscale dei cambiamenti di colore può risolversi in qualche cosa che non ci metterà ancora di fronte al dover affrontare ricadute”.