Massimo Galli si augura che il governo adotti il prima possibile misure più marcate, alla luce dei contagi covid che sono tornati a salire in maniera preoccupante nelle ultime due settimane. Il professore ordinario di Malattie infettive all’Università Statale di Milano e primario all’Ospedale Sacco si dice “pessimista”, sottolineando che l’arancione scuro, colore adottato da numerosi regioni in questi giorni, a cominciare dalla Lombardia, non sarà sufficiente per contenere la terza ondata.



Rosso? Le regioni che non lo sono ancora ci finiranno presto – le parole di Galli in un’intervista a La Stampa – la situazione si complica e siamo sempre all’inseguimento del virus, che detta l’agenda”. Contagi in aumento soprattutto a causa della variante inglese, per cui lo stesso Galli aveva lanciato l’allarme già tempo fa: “E’ da fine dicembre che parliamo della variante inglese, più contagiosa del 40% come la brasiliana, e ora sta diventando prevalente”.



GALLI: “TRATTENIAMO IL FIATO FINO AL CALDO”

Una variante inglese che tra l’altro sembra far presa molto di più rispetto al ceppo originario sui giovani e i giovanissimi: “Le scuole e i ritrovi di giovani sono stati un volano per la terza ondata. I ragazzi si ammalano meno degli adulti, ma con le varianti si contagiano di più e portano il virus a genitori e nonni. La catena del contagio sta arrivando ai più fragili. Ci possono essere dei giovani, ma sono soprattutto anziani”. Affinchè la situazione possa migliorare bisognerà attendere l’arrivo della primavera, se non dell’estate: “La vaccinazione di sanitari, Rsa e un crescente numero di anziani proteggerà in parte le categorie a rischio, ma bisognerà trattenere il fiato fino all’arrivo della bella stagione e di maggiori forniture di dosi”. Ma c’è sempre la ‘variabile’ varianti che “potrebbero complicare la vita sia dei guariti, mi riferisco in particolare alla brasiliana, sia dei vaccinati. Il rischio è che coesistano costringendoci a ripetute iniezioni. Per evitarne la diffusione bisogna limitare i contatti, circoscrivere i focolai e vaccinare a tappeto”.

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