Il professor Massimo Galli, responsabile di malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, ribadisce il suo concetto circa l’immunità di gregge non raggiungibile in tempi brevi con questo vaccino: “Il vaccino dovrà essere aggiornato a tutte le varianti principali – spiega ai microfoni di Skytg24, dopo averne già parlato venerdì scorso, e dichiarazioni che hanno fatto infuriare Burioni – altrimenti non faremo l’immunità di gregge. C’è il caso di Manaus, dove il 75% delle persone erano naturalmente infettate: lì non si è avuta l’immunità di gregge, si è avuta la variante brasiliana. In queste condizioni dunque – ribadisce – non potremo avere mai l’immunità di gregge. Se il virus è pressato molto, ma non è messo con le spalle al muro, come potrebbe succedere con una vaccinazione di massa fatta tutta assieme e con un vaccino veramente efficace, il virus tira fuori delle varianti che compaiono casualmente e ricomincia, come fosse il gioco dell’oca”.



Il problema dei vaccini sta nelle forniture: “Per quanto mezzo milione di vaccini al giorno non siano pochi – aggiunge – non sono nemmeno troppi. Il problema è nella fornitura. Tra vaccinati e persone che hanno avuto la prima dose in Italia arriviamo a 40 cittadini su 100 che hanno ricevuto una somministrazione, sono la metà del Regno Unito che ormai è a 78 su 100. l problema è nella fornitura – ribadisce Galli – e nell’assenza di un flusso di vaccini stabile e sicuro”. Il professore del Sacco sottolinea di vedere “ancora casi gravi”, e proprio per questo “Bisogna mantenere una serie di attenzioni scommettendo sui vaccini e sulla copertura che daranno. La disponibilità di vaccino aumenterà gradualmente nelle prossime settimane, ma ancora è questo il problema. Si deve lasciare che il Paese viva e respiri, ma si deve lasciare che vivano e respirino i cittadini che sono ancora a rischio: da medico mi devo preoccupare anche di loro. Devo tenere ancora il piede sul freno”.



GALLI: “SUL COPRIFUOCO DOBBIAMO GUARDARE I NUMERI”

Sul coprifuoco e le eventuali nuove riaperture: “Coprifuoco a mezzanotte? Guardiamo i numeri. Ma per me il segnale deve ancora essere un segnale di attenzione, che invece non c’è già da 15-20 giorni. Se apriamo veramente tutto e comunque, non ci sarà più un segnale di attenzione. Dobbiamo vedere, alla fine del mese, quale sarà il bilancio dei 28 giorni successivi alle aperture”. E tornando ai vaccini, non è da escludere una nuova variabile: “Da un lato c’è chi protesta perché ancora non è stato vaccinato, poi c’è anche chi ha paura per i vaccini a vettore virale, e su questo c’è anche una responsabilità comunicativa e politica da parte dei governi. Potrebbero saltare fuori le esitazioni a prescindere nei confronti dei vaccini tutti, quindi da un certo punto in poi potrebbe accadere che le persone che hanno un atteggiamento di scetticismo emergano di più”. C’è comunque da dire che gli ultimi studi stanno dimostrando l’efficacia anche contro le varianti: “In Qatar è saltato fuori che nei confronti della variante inglese c’è un’efficacia dell’89,5%, verso la variante africana del 75%, ma soprattutto è stato rilevato il 97,5% di efficacia contro ospedalizzazione, rianimazione e morte. Questo – conclude – è un grosso messaggio di speranza”.

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