«Senza trionfalismi, noi abbiamo una situazione migliore degli altri in Europa, ma non è finita». A mettere in guardia tutti sulla pandemia Covid è Massimo Galli. L’infettivologo, da poco in pensione, è intervenuto a L’Aria che tira per fare il punto della situazione. In primis, ha spiegato il motivo per il quale ci sono stati, come la Gran Bretagna, dove i casi stanno aumentando anche se il tasso di vaccinazione è alto. «A noi sta andando bene perché abbiamo vaccinato di più, paradossalmente avendo cominciato un po’ dopo. Quindi stiamo subendo meno l’effetto di riduzione della capacità di risposta dei vaccini che si vede dopo un certo periodo», la premessa di Galli.



Invece, la Gran Bretagna «è partita in quarta prima degli altri però sta trascorrendo più tempo dalla vaccinazione per una fetta importante della popolazione, ha vaccinato in maniera più mista rispetto ad altri paesi, potrebbe c’entrare questo con il loro aumento di casi. Inoltre, ha smesso prima di essere prudente, buttando molto prima alle ortiche le mascherine e avendo un atteggiamento aperturista ad oltranza». Dunque, anche il tipo di vaccino usato potrebbe avere un ruolo: «Problemi più evidenti si vedono con i vaccini a vettore che con quelli a mRna».



GALLI SU TERZA DOSE VACCINI E GUARITI…

Anche il green pass ha un ruolo. «Guarda caso, molti ci hanno fatto la ‘capa tanta’ dicendo che siamo l’unico paese col green pass applicato in questo modo, ma la Germania ci vuole seguire», ha proseguito Massimo Galli a L’Aria che tira. Riguardo la terza dose ha ribadito: «Io sono sempre stato cauto e riluttante, è utile per le persone a rischio, perché la risposta in loro potrebbe essersi affievolita. Non c’è una urgenza assoluta di generalizzarla. Mi resta sempre sullo stomaco il fatto che non si possa col servizio sanitario nazionale e nel contesto di un’attività clinica andare a misurare gli anticorpi, questo sarebbe importante». Quindi, si è lasciato andare ad uno sfogo: «Non mi raccontino balle sul fatto che non c’è una standardizzazione, perché ci vuole poco. Tutti gli studi che hanno portato alla terza dose si sono fatti misurando gli anticorpi». Di parere diverso è Sergio Abrignani.



Infine, Galli ha evidenziato un aspetto spesso trascurato: «In Italia abbiamo 4 milioni e 600mila guariti dal Covid, ma probabilmente sono circa 7 milioni, quindi la politica delle vaccinazioni in queste persone dovrebbe essere diversa». Da qui il monito: «Stiamo trasformando in No Vax persone che hanno probabilmente una limitatissima necessità di essere vaccinate in questo momento e per le quali le vaccinazioni non è detto che siano sempre e comunque un vantaggio».