Ultima apparizione televisiva, almeno per una quindicina di giorni, per il professor Massimo Galli, uno dei primari dell’ospedale Sacco di Milano. Il noto medico è stato in collegamento con Cartabianca, programma di Rai Tre condotto da Bianca Berlinguer, ormai come da mesi a questa parte, e nell’occasione ha ribadito la decisione di sparire dalle scene per un po’: “Ho da lavorare molto in questo periodo – si “giustifica” – scrivere, lavorare, fare lezioni e seminari, curare i malati”.



Quindi il primario di Infettivologia del Sacco di Milano aggiunge: “Sono un po’ stufo di ripetere le stesse cose. A volte si esasperano le cose finendo in contrapposizioni che non hanno senso a livello scientifico”. Massimo Galli è sempre stato un medico molto “prudente” e il suo atteggiamento non cambia anche in questa fase dove i contagi stanno decisamente decrescendo: “Io non posso che tenere il freno a mano tirato – spiega – pur rendendomi conto che gli italiani sono stanchi della situazione oppressiva delle chiusure. Però in questi giorni abbiamo intubato dei quarantenni: è una minoranza ma è una realtà che esiste”.



GALLI: “NO ASTRAZENECA NO PARTY…”

Si parla quindi della campagna vaccinale, e il professore del Sacco, come fatto in altre occasioni, ribadisce la differenza fra la Gran Bretagna e il nostro Paese: “Tra noi e la Gran Bretagna ci sono ancora quei 30 milioni di dosi di vaccino di differenza. Tra l’altro in Gran Bretagna hanno già procrastinato la seconda dose senza problemi”. Tutta ‘colpa’ di AstraZeneca: “No AstraZeneca no party – ironizza il virologo – senza AstraZeneca non riusciamo a tenere il passo nelle vaccinazioni. Su questo prodotto è stato fatto ogni errore di comunicazione possibile, dai governi all’Ema, che ha creato diffidenza”. Inoltre, stando al professor Galli, vaccinarsi non è abbastanza: “Non possiamo accontentarci di vaccinare, dobbiamo capire se alcune categorie, come gli immunodepressi, rispondono al vaccino. Altrimenti si rischia una falsa sicurezza, anche nell’ottica del green pass”. Quindi si è congedato dicendo: “A risentirci dopo il periodo di decompressione”.

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