“Non avremo un’ondata della portata dell’anno scorso, perché abbiamo vaccinati e guariti. Non dovremmo arrivare a reali chiusure nella gran parte del Paese”. La previsione è di Massimo Galli, direttore Malattie Infettive dell’ospedale Sacco di Milano, intervenuto oggi ad Agorà Estate. Di sicuro la chiave è proprio la vaccinazione: “Bisogna vaccinare più persone, altrimenti avremo un settembre molto caldo, anche se non comparabile a quello dell’anno scorso, se non dove ci sono meno persone vaccinate sopra i 50 anni”. Non ha dubbi a tal proposito sull’importanza dell’obbligo vaccinale, una strada però che non è stata intrapresa. “Non ho mai avuto alcuna esitazione sull’obbligo vaccinale. Ne ho sostenuto la necessità a suo tempo, non poteva che essere la scelta obbligata quando non si riusciva il minimo indispensabile di vaccinazioni tra i bambini per il morbillo. Mi sembra purtroppo che ci sia dispersione di pareri in ambito politico, quindi la battaglia sull’obbligo rischia di diventare una storia talmente lunga da non portarci a risultati in tempi brevi”.
Di conseguenza, bisogna fare di necessità virtù. “Andare avanti con la persuasione e non idoneità alla mansione per chi si rifiuta in vari ambiti professionali potrebbe essere da questo punto di vista un modo rapido ed efficace per ottenere risultati”, ha proseguito Massimo Galli. Anche perché “se la gente non si vaccina, torneremo ad avere gli ospedali pieni, perché questa variante non fa sconti. Non consente ai non vaccinati di sperare di non infettarsi perché gli altri si sono vaccinati. Non è assolutamente così e il fatto che ci siano persone non vaccinate è un danno sociale molto importante, che riguarda tutti quanti. Continuiamo a rischiare di avere ospedali sovraccaricati”.
GALLI “TERZA DOSE? BISOGNA VALUTARE ANTICORPI”
Il discorso dell’obbligo vaccinale si lega bene a quello sul ga, da cui andrebbero esclusi i tamponi, avendo una validità temporanea. Per quanto riguarda i colleghi contrari alla vaccinazione: “Mi rattrista molto, non sono idonei alla mansione che devono ricoprire”, ha spiegato l’infettivologo ad Agorà Estate. Ma c’è qualche eccezione da contemplare per Massimo Galli: “Quella dei colleghi contagiati che non hanno giustamente voglia di vaccinarsi. Quella di vaccinare i guariti che hanno anticorpi è una visione francamente burocratica. Comunque penso sia una minoranza di casi che andrebbero considerati con attenzione”.
Un discorso che si lega invece alla necessità di trovare delle risposte a domande che finora hanno aperto ad una varietà di pareri. “Quanto dura effettivamente l’immunità dall’infezione e dal vaccino? L’attenzione all’individuo, anche se scomodo dal punto di vista organizzativo, è importante”. Non manca un attacco ai vertici del sistema sanitario italiano: “Gli operatori sanitari hanno fatto di tutto per valutare i propri anticorpi con molta attenzione, cosa che molti soloni della sanità pubblica ripugnano, perché non ci sarebbero metodiche standardizzate, ma basta applicarsi un attimo e standardizzarle”. Quindi, bisognerebbe valutare le risposte individuali, “soprattutto per i più fragili e chi ha determinate mansioni”.