Massimo Galli, direttore del reparto di Malattie Infettive dell’ospedale “Sacco” di Milano, è intervenuto in queste ore sulle colonne dell’Huffington Post per dire la sua in merito al triste caso della diciottenne di Genova, colpita da una trombosi cerebrale del seno cavernoso nei giorni successivi alla somministrazione del vaccino AstraZeneca. L’esperto, in particolare, ha dichiarato che eventi avversi di questo tipo sono rarissimi, ma “c’era da aspettarsi che prima o poi ne arrivasse uno anche in Italia. L’opinione che mantengo è che, per quanto del vaccino AstraZeneca non si possa ancora fare a meno per un discorso di copertura vaccinale ampia e rapida, andrebbe il più possibile limitato alle fasce d’età in cui la sua possibilità di creare problemi è praticamente nulla”.
L’indicazione di massima, per Galli, rimane dunque quella di sottoporre all’inoculazione del siero anglo-svedese soltanto la popolazione over 60, in quanto va tenuto conto che nelle fasce giovanili, soprattutto nei soggetti di sesso femminile, prima o poi può verificarsi un problema di questo genere. A questo punto, l’esperto si domanda se si abbia ancora davvero bisogno di AstraZeneca anche per coprire le fasce giovani, ma “questo non va chiesto a noi medici, ma a chi si occupa degli approvvigionamenti di vaccini”.
GALLI: “COVID? SITUAZIONE IN MIGLIORAMENTO, MA LA VARIANTE INDIANA…”
Massimo Galli in queste ore ha concesso alcune dichiarazioni anche a “L’Eco di Bergamo”, analizzando la situazione connessa alla pandemia di Coronavirus in Italia e rimarcando come, ad oggi, il trend dei contagi e dei ricoveri sia assolutamente favorevole. Il quadro, a detta di Galli, è tale da far pensare che il peggio possa essere passato: “Soprattutto, lo zoccolo duro delle vaccinazioni fatte dovrebbe consentire di proteggerci per l’autunno. Non sono pessimista, ma realista. Spero si sia capito”. Il professore ha poi rimarcato di parlare in base ai dati scientifici, sottolineando che, con le riaperture del 26 aprile, si è corso un rischio, perché un mese fa i dati non erano positivi e c’era l’incognita delle varianti. A proposito delle varianti, attenzione a quella indiana, che in Inghilterra sta provocando una nuova ondata pandemica, diffondendosi prevalentemente nella fascia dei non vaccinati. Presto, essa potrebbe rappresentare un grosso problema per gli abitanti del Vecchio Continente che non si sono vaccinati: “Non tanto per il discorso delle nuove ospedalizzazioni – ha precisato Galli –, ma per un tasso di infezione importante, che può determinare qualche conseguenza”.