Massimo Galli lancia l’allarme sulla variante indiana. Intervenuto a Stasera Italia, l’infettivologo ha spiegato: «Io dico che il 1° marzo l’India registra 12 mila casi di Covid, il 25 aprile ne registra 350 mila più o meno, con una media superiore ai 320 mila nella settimana precedente. Significa che c’è stata un’esplosione di infezioni e che questa variante indiana, diversa dalle altre, è stata capace di superare la variante inglese, che è quella che ha dimostrato di avere una diffusibilità molto efficace».
Nel corso del suo intervento, Massimo Galli ha evidenziato: «Non sappiamo cosa possa dire in termini di maggiore virulenza, ma è una questione che si deve valutare. Cosa voglia dire in termine di risposta ai vaccini che abbiamo attualmente in uso, costruiti su virus che circolava nel marzo del 2020, ho sentito posizioni ottimistiche da almeno una casa farmaceutica. La morale di questa vicenda è che il virus si mette in condizione di farci continue sorprese».
MASSIMO GALLI, LO SCONTRO CON SALLUSTI
«Tante infezioni, tanta massa di virus, tanti sistemi immunitari: il virus ha messo casualmente quella mutazione lì, che lo mette in grado di reinfettarci, probabilmente senza causare una malattia grave, ma è una lezione pesante su chi si avvia speranzoso verso l’immunità di gregge», ha aggiunto Massimo Galli. Le sue parole non sono passate inosservate ad Alessandro Sallusti: «Io non contesto l’analisi del professor Galli, ma è chiaro che lui si pone sul piano scientifico. Il professore potrebbe però darci un’alternativa. Ora arriva la variante indiana, poi ne arriveranno altre. Ci deve essere un’alternativa: non possiamo pensare di stare chiusi per i prossimi tre anni». Questa la replica di Galli: «L’unica alternativa possibile si chiama Boris Johnson: lui ha fatto un periodo di chiusura dura in cui ha vaccinato tantissimo. Noi abbiamo fatto la mezza messa. Con 500 mila dosi al giorno, per arrivare agli inglesi abbiamo bisogno di 60 giorni. E gli inglesi hanno iniziato ad avere i primi risultati quando erano almeno verso i 30-35 milioni di dosi somministrate. Loro lo hanno quando erano chiusi e sono stati chiusi fino a quando non hanno deciso che i risultati permettevano loro di riaprire. Noi il 26 aprile avevamo 18 milioni di dosi, loro 46 milioni fatte e 13 milioni di persone completamente vaccinate».