Massimo Galli ha ribadito la propria preoccupazione in merito alle riaperture annunciate dal governo a partire dal prossimo lunedì, 26 aprile, parlando stamane con l’Adnkronos sezione salute. Dopo le dichiarazioni polemiche di ieri sera a Cartabianca, che trovate nei focus più sotto, il primario di malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano ha spiegato: “E’ chiaro che la gente è stanca, che ci sono enormi problemi economici e che è necessario far vedere anche la carota oltre al bastone. Detto questo ho l’impressione che le imminenti riaperture vengano percepite come ‘liberi tutti’, francamente, sono assai preoccupato. E continuo ad esserlo”.



Secondo Massimo Galli si tratta purtroppo di un film già visto: ogni qual volta viene annunciata la zona gialla o magari vengono meno alcune restrizioni, nell’aria aleggia un senso di libertà che però non può coesistere con la pandemia di covid in corso, per lo meno, non quando i contagi sono ancora 12.000. “Purtroppo ci siamo già passati – racconta e conclude Galli – ormai una quantità di volte e ho la netta sensazione che si fa così perché non si può fare altro”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



GALLI VS DRAGHI “RISCHIO CALCOLATO? PERICOLOSO, IN UK APERTURE DOPO 43 MLN DI DOSI”

Continua ad esprimere il proprio dissenso nei confronti delle aperture annunciate dal premier Draghi, il professor Massimo Galli. Il medico dell’ospedale Sacco di Milano è stato ospite ieri sera in collegamento con il programma Cartabianca, su Rai Tre, e in un passaggio ha sottolineato: “La gente è stufa e quindi si infila in qualsiasi spiraglio per cercare di tornare a una vita più normale. In tanti hanno bisogno di lavorare. Ma tanti sessantenni e settantenni non hanno ricevuto il vaccino. E sono i nonni dei bambini che tornano a scuola”. Secondo Massimo Galli sarebbero state meglio delle aperture “Più dosate, magari dal 15 maggio. Cosa capiterebbe se avessimo un aumento cospicuo di infezioni in breve tempo? Io mi auguro che non avvenga”. Stando allo stesso professore, l’affermazione “rischio calcolato”, rilasciata dal primo ministro italiano, è un’affermazione “pericolosa. Se l’avessi dovuto fare sulla base dei calcoli, non avresti aperto. È una questione di numeri. Gli inglesi hanno fatto 43 milioni di vaccini”.



MASSIMO GALLI: “IN INGHILTERRA SONO GIA’ A QUOTA 43 MILIONI DI VACCINI, NOI…”

Quindi Massimo Galli ha ribadito il concetto: “Non è questione di fiducia ma di numeri, non voglio dire che uno si deve fare i calcoli suoi, però considerando la situazione io continuo a trovare pericolosa un’affermazione come quella appunto di dire ‘apriamo perché è un rischio calcolato’. Puoi dire ‘apriamo pur prendendoci un rischio’, perché se avessi dovuto farlo in base dei calcoli non aprivi. Questo credo che sia abbastanza evidente”. Secondo l’infettivologo è presto per riaperture, alla luce del fatto, come specificato sopra, che in Inghilterra sono state già somministrate 43 milioni di dosi di vaccini: “Noi, piaccia o non piaccia, stiamo lavorando ma abbiamo 15 milioni 809 mila dosi con 25.7 dosi per 100 abitanti. Non c’è paragone. Attualmente l’Italia è battuta dalla Gran Bretagna 3-1. In questo tipo di situazione, con appena meno di 500mila infezioni ufficiali nel Paese, trovo difficile fare dei calcoli che non siano di tipo politico e sociale, ma dal punto di vista epidemiologico è difficile pensare a una riapertura”.