Gli oltre 18 mesi di pandemia da Covid-19 hanno fatto conoscere al pubblico italiano diversi esperti, tra virologi, infettivologi e medici che sono finiti sotto i riflettori di tanti salotti televisivi per dire la loro sul Coronavirus e il panorama epidemico nel nostro paese. Da Massimo Galli a Matteo Bassetti, per passare a Fabrizio Pregliasco e Andrea Crisanti, tanti sono stati gli studiosi che hanno avuto spazio nelle reti per informare, eppure c’è qualcuno che avrebbe l’intenzione di mettergli il bavaglio. Si tratta dell’onorevole Giorgio Trizzino, deputato del gruppo Misto, che vorrebbe che tutti i dipendenti delle strutture sanitarie pubbliche o private chiedano l’autorizzazione delle propria struttura prima di comparire in tv.



Ospite fisso di Carta Bianca, trasmissione in onda su Rai3 condotta da Bianca Berlinguer, il professor Massimo Galli ha commentato con ironia e polemica le affermazioni di Trizzino. Alla domanda della conduttrice se avesse o meno chiesto l’autorizzazione alla propria struttura, il primario dell’ospedale Sacco di Milano ha risposto: “Assolutamente no, il rettore della mia università non si sognerebbe di autorizzarmi perché è per definizione. Io dipendo dall’università di Milano e ho una funzione di tipo ospedaliero, quello che ha detto Trizzino è una panzana enorme“.

Galli vs Trizzino, cosa ha chiesto il deputato del Gruppo Misto

L’attacco di Massimo Galli a Giorgio Trizzino non si è fermato qui. Il professore, nel corso della trasmissione Carta Bianca, non si è tirato indietro nel far polemica: “Lui è un direttore generale di una struttura ospedaliera d’origine e conserva la visione burocratico-poliziesca che alcuni direttori hanno. Molti di loro hanno finito per occupare posizioni per le quali non hanno esperienza, lascia perplessi nel tempo. Questo è un mondo nel quale ci si improvvisa per le cariche più strane, anche per diventare sindaco di una grande città. Credo ci voglia della competenza, altrimenti è occupazione politica. “Ahime, l’unico modo per evitare questa cosa è decidere che non si è in regime di emergenza ma in stato di guerra. Mettere, quindi, una censura militare. Si parla soltanto in termini di autorizzazione diretta. Era questa la situazione? Era questo che voleva la gente? Era questo che poteva essere importante per l’informazione? Non credo”.

Giorgio Trizzino, deputato del Gruppo Misto, aveva detto: “Ho chiesto con un mio ordine del giorno un impegno al Governo di intervenire affinché tutti i dipendenti delle strutture sanitarie pubbliche o private (virologi, immunologi, infettivologi, igienisti, ecc.) e degli organismi ed enti di diretta collaborazione con il Ministero della Salute, possano partecipare alle trasmissioni televisive o radiofoniche e rilasciare interviste previa esplicita autorizzazione della propria struttura sanitaria di appartenenza. Credo che non si sia posta la necessaria attenzione al fenomeno e che adesso si debba porre un freno a questa vergogna”.