Dopo il tremendo infortunio che lo ha tenuto fuori durante la scorsa stagione, Danilo Gallinari è tornato in campo nel campionato di Nba, con una casacca diversa da quella dei Boston. Il giocatore dei Wizards ha debuttato con la nuova squadra mettendo a segno 16 punti all’esordio e ottime prestazioni nelle prime quattro partite, nonostante siano arrivate tre sconfitte su quattro. Le ambizioni non sono certamente le stesse dei Celtics ma Gallinari è pronto a fare del suo meglio per aiutare la squadra. A Sportweek, il cestista è tornato proprio sull’infortunio, mostrando un certo rammarico e dispiacere nei confronti dell’atteggiamento degli azzurri.



“Da quando mi sono fatto male non ho più sentito nessuno. L’anno scorso hanno fatto una spedizione negli USA, sono andati a trovare gli italiani, ma non sono passati da Boston. Se mi ha dato fastidio? Mi sono infortunato in Nazionale, mi avrebbe fatto piacere se fossero passati anche da me, invece non l’hanno fatto” ha spiegato Gallinari, facendo riferimento al viaggio che il CT Pozzecco e Trainotti avevano fatto negli Stati Uniti per convincere Paolo Banchero a giocare per l’Italia. Avevano poi visitato altri cestisti, ma non il lodigiano.



Gallinari: “Nazionale? Non è una storia chiusa”

Nonostante la delusione, Danilo Gallinari non ha intenzione di dire addio alla maglia azzurra, come spiegato a Sportweek: “È un obiettivo e io sono sempre a disposizione. Con la Nazionale da parte mia è tutto tranne che una storia finita, finché sarò desiderato sarò a disposizione”. A far particolarmente male al cestista è stata la cessione di Boston dopo l’infortunio: “Le trade fanno parte della Nba e me ne sono fatto una ragione. Guardarsi indietro, soprattutto nel mio caso, porterebbe solo a incazzarsi ogni secondo della giornata. Meglio guardare a questo nuovo capitolo”.



Prima di rivedere il vero Gallinari, però, ci vorrà un po’: “Ce n’è voluto la prima volta, sarà così anche adesso. Chiaramente non sono più quel giocatore, anche come età. La prima volta ho imparato che il lavoro per rientrare non finisce quando torni in campo: diventa routine, parte della giornata”. L’obiettivo stagionale, ora, è “aiutare la squadra il più possibile, essere un giocatore importante dalla panchina”.