Le ossa umane trovate in una soffitta della chiesa di San Giovanni Battista a Gallio, in provincia di Vicenza, sono di una donna, non di un soldato. La svolta arriva dai risultati degli esami a cui sono stati sottoposti i resti umani: sono di una donna di origine indoeuropea, che doveva avere 40-50 anni circa quando è morta, all’inizio degli anni ’70. La vicenda risale alla primavera dell’anno scorso, quando un collaboratore del parroco della frazione di Stoccaredo salì all’ultimo piano della canonica per cercare un tabernacolo per la via Crucis, individuando però un sacchetto di cotone che sembrava nascosto in un angolo, dietro dei vecchi mobili. All’interno c’erano delle ossa e un teschio.
Inizialmente emerse l’ipotesi che quei resti potessero appartenere a un soldato visto che quella frazione, verso la fine degli anni ’30, aveva ospitato un cimitero militare, in seguito smantellato per realizzare un campo da calcio. Inoltre, nel sacchetto furono trovati anche i bottoni di una divisa. Il prete allertò subito i carabinieri, che mandarono i resti umani all’istituto di Anatomia patologica dell’Università di Padova, mentre la procura aprì un fascicolo, senza iscrivere alcun nome nel registro degli indagati, con l’ipotesi di reato di occultamento di cadavere.
GALLIO, IL MISTERO DELLE OSSA UMANE TROVATE IN CHIESA
La svolta alle indagini è arrivata nei giorni scorsi, ma ora la procura di Vicenza vuole effettuare nuovi approfondimenti per risolvere il giallo delle ossa umane nella canonica e per far luce su cos’è successo. Stando a quanto riportato dal Corriere della Sera, quasi certamente verrà effettuato anche l’esame del Dna sui resti. Nel frattempo, si cerca tra le donne scomparse nel periodo del possibile decesso della donna a cui apparterrebbero i resti. Per ora non sarebbero emersi omicidi con occultamento di cadavere, ma anche la comunità locale si sta arrovellando per trovare qualche collegamento.
Don Federico Zago, ad esempio, ricorda che l’ultimo a risiedere lì è stato don Gianfranco Lazzarin, ma dubita che avesse deciso di custodire delle ossa umane nella convinzione che appartenessero a un soldato, ipotesi avvalorata inizialmente anche dal fatto che durante i lavori attorno alla parrocchia «emergevano dei resti risalenti alla Grande Guerra, li segnalava sempre, come prevede la procedura, alle autorità». Nessuno nella frazione di Stoccareddo ricorda la scomparsa di una donna. Secondo l’ex sindaco di Gallio, Emanuele Muntari, sarà dura ricostruire la storia della donna: «A chi appartengano e come sia deceduta questa persona, temo resterà un mistero».