MAURO PALMA (GARANTE DETENUTI): “È TEMPO DI MISURE ALTERNATIVE AL CARCERE”

Due donne morte suicide in carcere negli ultimi giorni hanno riacceso i riflettori – colpevolmente spenti nella stragrande maggioranza dei media fino ad oggi, ndr – sull’emergenza delle condizioni carcerarie in Italia: raggiunto dai giornali del “Quotidiano Nazionale”, il professor Mauro Palma parla da Garante dei detenuti e critica la mancanza di accortezza di magistrati e personale carcerario per il caso della donna nigeriana morta di inedia per protesta contro la sua condanna. «Questa donna era arrivata a Torino il 21 luglio. Comincia a non mangiare né bere, rifiutando ogni sostituzione. Il 4 agosto stramazza. La portano in ospedale e rifiuta il ricovero. Di segnali insomma ce n’erano. Un poco di attenzione in più ci poteva essere. Ma non essendoci esplicita protesta, non è stato attivato alcun protocollo», racconta il professore.



E così il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale riflette anche sui piani alternativi da considerare al più presto per contrastare la lunghissima lista di morti nelle carceri in questo solo 2023: «A oggi sono 5 donne morte su 42 suicidi nel 2023. Ma le donne carcerate sono 2.496 su 57.832 persone: le donne soffrono di più in carcere. Anche al 41 bis. Non perché il carcere è più punitivo, ma perché è un sistema non pensato per loro». Secondo il Garante, il carcere non può essere un luogo di attesa: «42.968 condannati. In attesa di primo giudizio sono 8.040. Altri 3.530 in attesa appello, ma con prima condanna. In 2.223 aspettano la Cassazione. E 688 sono in posizione mista senza nulla di definitivo. A oggi hanno avuto pene da 0 a un anno in 1.582. Persone senza domicilio, uno straccio avvocato né altro, che avrebbe loro consentito misure alternative».



GARANTE DETENUTI CARCERE DOPO I TANTI SUICIDI: “BENE LA PROPOSTA DI NORDIO SULLA DIFFERENZIAZIONE”

Servono insomma misure alternative alla carcerazione per diversi detenuti che ad oggi invece restano nelle celle sovraffollate spesso in condizioni sanitarie, igieniche e psicologiche terribili: «Portar fuori dal carcere chi si può. Se si considera che da 2 a 3 anni ci sono altri 4.511 condannati, si arriva a circa 9mila persone per cui già l’ordinamento prevede pene alternative», rileva ancora il Garante dei detenuti nell’intervista al QN. Tali misure in alternativa alla normale detenzione però, al momento, ancora non esistono in quanto «perché non si realizzano strumenti sociali di supporto. Sostengo da sempre di ragionare su strumenti alternativi al carcere: dei luoghi che siano di controllo, ma insieme di responsabilità territoriale e degli enti locali. Già portando fuori queste persone il carcere respira».



La visita di ieri al carcere di Torino del Ministro della Giustizia Carlo Nordio ha portato qualche buona novità in termini di provvedimenti urgenti per contrastare l’emergenza carceri – in realtà già dal suo insediamento a Via Arenula sono in corso progetti per studiare delle misure alternative al carcere oltre al garantire strutture esterne alla prigione. «Bene la proposta Nordio di differenziare le detenzioni in base ai reati. Più di 4mila persone oggi sono in carcere con condanne inferiori a due anni. Sono in carcere perché non hanno case o strutture sociali che possano accoglierli. Si possono per queste persone pensare strutture territoriali che siano di controllo e di reintegrazione», così ha commentato sempre il Garante Mauro Palma in collegamento con RaiNews24 davanti alla proposta del Ministro di differenziare la detenzione oltre che predisporre caserme dismesse per alcuni detenuti con reati “minori”, in modo da sfoltire le celle.